di FABIO CAMILLACCI/ Juventus, il patatrac è servito. Un patatrac annunciato alla luce della deludente annata bianconera e della squadra vista all’opera dopo il lockdown. Nel ritorno degli ottavi di finale di Champions, alla Vecchia Signora non basta il solito grande Cristiano Ronaldo, autore dell’ennesima doppietta. Contro il modesto Lione, la Coppa Campioni si conferma stregata per Madama. E così sono i francesi dell’ex tecnico romanista Rudi Garcia a volare al G8 del calcio europeo: le “Final Eight” di Champions League in programma a Lisbona, per le quali è già qualificata la sorprendente Atalanta. Strano destino: la Dea ai quarti di finale e la Juve fuori agli ottavi. E’ il bello del calcio. E adesso Maurizio Sarri rischia seriamente l’esonero.
Il match dell’Allianz Stadium e gli obbrobri arbitrali. Depay gela i bianconeri dal dischetto, poi sale in cattedra CR7, che prima pareggia, sempre su rigore, poi segna un gol spettacolare di sinistro da 25 metri, favorito però dall’errore del portiere Lopes. Ma il 2-1 non basta per effetto dell’1-0 Lione all’andata. Ricordiamo infatti che nelle Coppe, a parità di gol segnati, quelli fatti in trasferta valgono doppio. Pessimo l’arbitraggio del fischietto tedesco Zwayer: inesistenti i due rigori assegnati.
Pessima anche l’assistenza del Var, visto che l’arbitro teutonico non è stato invitato ad andare a rivedere al monitor i due episodi. Insomma, tutto il mondo è paese a livello arbitrale: i fischietti italiani sono scarsi, ma anche quelli stranieri non scherzano in quanto a mediocrità. Tutto ciò nonostante il sostegno della moviola in campo. Ribadiamo un vecchio concetto: ma a che serve la Var se non viene usata?
Juventus: il piatto piange. Il 9° scudetto di fila vinto solo per inerzia e per il “ciapa no” delle rivali, Supercoppa italiana e Coppa Italia regalate a Lazio e Napoli, e adesso questa clamorosa eliminazione contro il mediocre Lione che ha chiuso il massimo campionato francese al 7° posto, fuori dalle Coppe (per la decisione della Federcalcio transalpina di chiudere in anticipo la stagione causa coronavirus). Quella di Garcia è una squadra diligente e poco più ma con una condizione fisica decisamente migliore di quella juventina.
Senza dimenticare che il Lione è fermo dal marzo scorso e solo una settimana fa è tornato in campo per disputare la finale di Coppa di Lega contro il Paris Saint Germain. Una gran bella soddisfazione per Garcia: il tecnico francese fa l’impresa proprio nello stadio che nel 2014, quando era alla guida della Roma, lo vide polemico con la Juventus: famoso il suo gesto del “violino” rivolto all’arbitro Rocchi che indirizzò quel big-match in favore della Juve. Dalla “sviolinata” polemica di 6 anni fa, alla “sviolinata” piena di gioia di stasera. Chapeau Rudi.
Terremoto tecnico-societario in arrivo in casa bianconera. La mancata qualificazione alle “Final Eight” di Champions League è uno di quegli eventi destinati a lasciare macerie. Un disastro figlio soprattutto dell’inattesa caduta dell’andata in terra di Francia; ma anche figlio di questo 2-1, inutile e raccolto solo grazie alla forza e alla fame di vittorie del cannibale Ronaldo. Serviva una Juventus impetuosa, coraggiosa, e invece si è rivista per lunghi tratti quella squadra, timida, fragile, limitata, priva di forze e di idee, vista praticamente per tutta la stagione.
Tranne CR7 e pochi altri calciatori, per il resto sono tutti sul banco degli imputati. Da Sarri ad Andrea Agnelli, passando per i dirigenti Paratici e Nedved, principali responsabili della scelta via il “risultatista” Allegri per il “giochista” Sarri. Il cosiddetto “sarrismo”, il bel gioco tanto sbandierato, non si sono mai visti. Questi sono i risultati. Ecco perché a breve, potrebbero cadere alcune teste importanti in casa Juve.
L’Agnelli furioso. Come accaduto sempre in passato dopo brutte cadute, il presidente Andrea Agnelli ci ha messo nuovamente la faccia dicendo: “Ci prendiamo qualche giorno per riflettere. E’ stata una stagione agrodolce. Al momento abbiamo una sola certezza: Cristiano Ronaldo resta”. Nessun cenno al tecnico Sarri e alla sua scricchiolante panchina. L’allenatore a sua volta è distrutto e dichiara: “Sono devastato dall’eliminazione, ma contento della squadra. Il mio futuro? Ho un contratto…I dirigenti però sono in grado di fare le giuste valutazioni”. Di fatto, quella contro il Lione potrebbe essere stata l’ultima partita di Sarri alla guida della Juventus.
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