di FABIO CAMILLACCI/ Tra calcio e mercato è stato un lunedi 21 settembre ricco di colpi di scena. E dire che siamo soltanto all’inizio della stagione. Cominciamo dal verdetto maturato nel “Monday Night” del Meazza, valido per il primo turno di campionato. Il Milan riparte da dove aveva finito: maggior numero di punti fatti nel post-lockdown da coronavirus, cioè nelle ultime 12 giornate della stagione scorsa finita ai primi di agosto.
I rossoneri contro il Bologna vincono e convincono: 2-0 con doppietta dell’intramontabile Zlatan Ibrahimovic. Tutto ciò condito dal nuovo “sbarco dei mille”, ovvero: gli spettatori presenti sugli spalti di San Siro come da recente accordo tra governo e regioni dopo lo strappo del presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
Un gol per tempo: il primo di testa volando in cielo, il secondo su rigore. Il primo e unico penalty assegnato finora dopo la folle sbornia di rigori andata in scena nel campionato scorso. Gli arbitri infatti hanno rivisto parzialmente alcune assurde e draconiane regole. I felsinei allenati dall’ex Mihajlovic, si arrendono al fenomeno svedese e al gioco organizzato di Pioli: un altro passo avanti rispetto al debutto europeo contro lo Shamrock Rovers, un’altra dimostrazione di solidità e di crescita. C’è ancora molta strada da fare per migliorare, ma la direzione presa è quella giusta.
La prima giornata di A deve ancora essere completata. Lazio-Atalanta e Benevento-Inter infatti sono state rimandate al 30 settembre dietro richiesta delle due squadre nerazzurre che hanno terminato ad agosto inoltrato la precedente stagione di Coppe Europee. Tutto questo con il mercato aperto fino alle 20 del 5 ottobre prossimo, quindi con calciatori che cambieranno maglia da un turno all’altro. Un aspetto che però aiuterà un po’ tutti i club a rinforzare le rose rispetto a oggi.
Calciomercato: valzer delle punte impazzito. La Juventus prende Morata dall’Atletico Madrid e molla Dzeko al suo destino nella Capitale. Per l’attaccante spagnolo, ai “Colchoneros” vanno 10 milioni di euro per il prestito oneroso. Diritto di riscatto fissato a 45 milioni. Peraltro, si tratta di un ritorno a Torino per il “Moro”, già protagonista con la casacca bianconera dal 2014 al 2016 (foto a sinistra). Suarez invece si accorda proprio con l’Atletico Madrid per un ingaggio di circa 9 milioni all’anno.
Roma: ennesima commedia degli errori, degli equivoci e degli orrori. Dzeko che si è rifiutato di scendere in campo a Verona, saltando oltretutto la riunione tecnica pre-partita e l’allenamento defatigante nel post-gara, è ormai un separato in casa a Trigoria. Vuole andare via come nel 2018 e nel 2019, ma, la contingenza rema ancora contro di lui.
In tutto questo l’affare Milik è più che impantanato. In tal modo oltre ai giallorossi, anche il Napoli rischia di restare con il cerino in mano perchè il polacco sta puntando i piedi nella vecchia diatriba con De Laurentiis e non intende rinunciare a due mensilità; forte del fatto che avendo il contratto in scadenza nel 2021 a febbraio può andare via a parametro zero. I tanti paradossi della storica “sentenza Bosman”, autentica manna per i calciatori e cicuta pura per le società che hanno sempre le mani legate.
Piove sul bagnato in casa romanista. Diawara, un pasticcio da dilettanti. Roma sconfitta a tavolino 3-0 contro il Verona. Questa la decisione del giudice sportivo in virtù dell’inserimento di Diawara, 23 anni, nella lista Under 22 e non tra gli “over”. In pratica al Bentegodi Amadou Diawara non avrebbe potuto scendere in campo, in quanto nella lista ufficiale dei 25 giocatori consegnata dalla Roma (come ogni altro club) ad inizio stagione, è stato inserito negli under 22 e non tra gli “over”. Ora il club giallorosso farà ricorso.
La difesa della Roma: una svista in buonafede. Per il club giallorosso in pratica non c’era bisogno eventualmente di frodare la Lega, visto che di slot per i giocatori over 22 ne ha molti. Ma resta la clamorosa topica soprattutto perchè nel marasma del passaggio di proprietà e altro, si sono persi che Diawara ha compiuto 23 anni il 17 luglio scorso. Povera famiglia Friedkin arrivata da poco più di un mese e costretta a prendere subito atto della triste realtà romanista. James Pallotta a livello economico, tecnico e societario, ha lasciato soltanto macerie.
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