di FABIO CAMILLACCI/ In tempi di coronavirus, le aspettative di tifosi, club e addetti ai lavori sono andate deluse: nessuna deroga all’apertura degli stadi, perché non ci sono le condizioni epidemiologiche. È questa dunque la linea che il Comitato tecnico scientifico ha ribadito nell’apposito vertice convocato dopo l’approvazione delle linee guida da parte delle Regioni. Protocollo che prevedeva un aumento della capienza di pubblico al 25% degli impianti nonostante il riacutizzarsi dell’emergenza da Covid-19. Quindi, per ora non si andrà oltre lo “sbarco dei mille”.
La nota del Comitato tecnico scientifico. Il Cts ha ufficializzato la sua decisione scrivendo: “Pur comprendendo le aspettative di un ritorno graduale degli spettatori alla fruizione in presenza degli eventi sportivi, riteniamo che la proposta operata dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome potrà essere riconsiderata sulla base dei risultati del monitoraggio di impatto delle riaperture della scuola e della pubblica amministrazione”. Pertanto, fino a quel momento non verranno cambiate le regole attuali che prevedono un massimo di mille spettatori per gli eventi all’aperto e di 200 al chiuso.
Ulteriori precisazioni da parte degli esperti. Il Comitato tecnico scientifico poi ha aggiunto: “Resta comunque imprescindibile assicurare, per ogni evento autorizzato dalle norme attualmente in vigore, la prenotazione e la preassegnazione del posto a sedere con seduta fissa, il rigoroso rispetto delle misure di distanziamento fisico di almeno 1 metro, l’igienizzazione delle mani e l’uso delle mascherine. Qualora l’evento non possa garantire le citate misure di prevenzione, i numeri indicati nel DPCM dovranno necessariamente essere ridotti dagli enti organizzatori e posti sotto la valutazione e la responsabilità delle autorità sanitarie competenti”. Tutto questo con buona pace del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e del viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri favorevoli ad un’ulteriore apertura degli stadi.
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