Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha dato la notizia intervenendo al Festival dell’Economia: “Quota 100 non verrà rinnovata”. La norma che consente di andare in pensione quando la somma degli anni di età e quelli di versamento dei contributi fa 100 ha una durata triennale e alla scadenza sarà archiviata. Inoltre i decreti sicurezza saranno riscritti al più presto in modo da diventare “un meccanismo di protezione per i cittadini e per i migranti”.
L’annuncio è stato accolto con soddisfazione anche dall’esponente dell’alleanza di governo più riottoso, cioè Matteo Renzi: «L’abolizione di Quota 100 è una svolta importante – dice il leader di Italia Viva – e rimedia ai danni del governo populista». Invece Matteo Salvini minaccia “barricate” perché si dice convinto che il disegno del governo sia quello di “tornare alla Legge Fornero”. Ma, in realtà, “Quota 100” non ha dato i risultati sperati da Salvini: cioè che coloro che optavano per il pensionamento a 60 anni avrebbero aperto le porte all’assunzione di altrettanti giovani. Al contrario in alcuni casi hanno dato l’effetto opposto sull’occupazione: oltre a non indurre gli imprenditori a sostituire i dimissionari con nuovi assunti, è accaduto che alcuni neo-pensionati si siano trasformati in lavoratori “in nero” avendo, a 60 anni, piena capacità di prestazioni , per i più con una esperienza maggiore di un giovane.
Conte ha colto l’occasione anche per rilanciare l’invito all’opposizione per una collaborazione con la maggioranza di governo nel momento in cui si entra nella “fase cruciale della ricostruzione con il ricorso ai 209 miliardi che arriveranno dal Recovery Fund, precisando che i piani dovranno essere presentati all’UE “aggregando i moltissimi singoli progetti che sono stati già presentati o prospettati”.
Un’operazione, aggiunge il ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, per “tornare a crescere, a investire, e ad avere una prospettiva macroenomica anche di rientro del debito”.
A chi pensa che il governo cada, Conte chiede di “essere un po’ più rispettoso”, perché non è un “concorso di bellezza”. “Delle volte – osserva – mi sembra di vivere in una situazione dissociata in cui a livello internazionale tutte le più autorevoli istituzioni finanziarie, le più autorevoli testate giornalistiche e i colleghi europei apprezzano il nostro operato e addirittura ci chiedono a che punto siamo con il recovery fund”, mentre “in Italia abbiamo domande su quando cade il governo oppure se il governo è stabile”.
E su questa considerazione non si può non essere d’accordo con Conte, perché anche oggi la cronaca politica registra uno Zingaretti che si sente in dovere (immotivato) di indossare i panni dello “stimolatore” del capo del governo, quasi in concorrenza con lui, come fa paventando un nuovo lockdown che invece Conte esclude, o che propone gli “stati generali della scuola” per “dare risposte alle (solite) mobilitazioni di docenti e studenti” mentre Conte mette in rilievo il lavoro svolto dalla ministra Lucia Azzolina e dal commissario Arcuri per far ripartire la scuola nei tempi stabiliti nonostante la situazione creata dal covi-19.
Nella prossima settimana Conte avrà un faccia a faccia non facile con gli industriali. Li incontrerà martedì, al parco della Musica, quando interverrà all’Assemblea di Confindustria. Non sarà una passeggiata, vista la posizione ostile del presidente Carlo Bonomi, in assoluto e pervicace contrasto con il suo predecessore, Boccia.
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