di ENNIO SIMEONE – Se Nicola Zingaretti – ci sia concessa eccezionalmente la volgarità – ha “le palle”, deve proporre ai vertici del PD, di cui è segretario, la cacciata di Vincenzo De Luca dal partito. Ha il dovere di farlo non per le critiche volgari indirizzate con disgustosa veemenza al governo in una diretta tv abbondantemente ritrasmessa questo pomeriggio su La7, ma per la valanga di menzogne di cui era infarcito il suo discorso: menzogne sciorinate con accenti assimilabili a quelli degli imbonitori che una volta frequentavano le fiere di paese.
Non è in discussione la libertà di pensiero e di critica (anche la più aspra). Ci mancherebbe altro. Stiamo parlando di una esibizione che il De Luca ha premeditato e ha arrogantemente sciorinato con il preciso scopo di scaricare sul Governo (di cui il “suo” stesso partito è un pilastro) colpe, omissioni, inefficienze, inadempienze nella organizzazione sanitaria in Campania, che appartengono invece tutte ed esclusivamente all’amministrazione regionale, cioè a lui che è il presidente (riconfermato alle ultime elezioni) da ben 5 anni, così come prevede l’articolo 5 della Costituzione.
Ha addebitato al Governo persino la colpa di non aver impiegato le forze di polizia e l’esercito per costringere i cittadini campani a rispettare… le ordinanze che lui ha emesso, nella veste di presidente di Regione, talvolta in difformità o in contrapposizione con quelle del Governo nazionale, così come ha imputato al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, la colpa di non aver mobilitato i vigili urbani per far rispettare dai cittadini partenopei le norme da lui dettate.
Un partito che si rispetti non può consentire che un arrogante esibizionista di questa portata ne infanghi impunemente la reputazione e l’immagine al solo scopo di coprire le proprie inefficienze, le proprie incapacità di pubblico amministratore e le proprie responsabilità per le carenze che costeranno ai cittadini della Campania lacrime, sacrifici e rischi per la loro salute. Ma non c’è speranza che De Luca trovi qualche volta la forza di arrossire per le invettive che lancia davanti alle telecamere. Eppure gli servirebbe almeno per mimetizzarsi, ora che di rosso si è colorata tutta la Campania.
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