Violazioni in tutta Italia del divieto di fuochi d’artificio per Capodanno: un ragazzino di 13 anni muore ad Asti, 79 feriti. E a Roma centinaia di uccelli morti per i botti

Nonostante le restrizioni e i controlli predisposti dal ministero dell’Interno, in molte città italiane, a partire dalla capitale, alla mezzanotte del 31 dicembre c’è stato un “bombardamento” di fuochi d’artificio davvero spropositato rispetto alla situazione in cui ci troviamo, rispetto alla diffusione dei contagi da covid-19, rispetto alle vittime di questa epidemia, rispetto alle difficoltà economiche create dalla pandemia. E le conseguenze si sono viste: un ragazzino di 13 anni morto ad Asti, 79 feriti di cui 23 ricoverati in ospedale, 229 interventi dei vigili del fuoco (di cui 45 nel Lazio, 40 in Campania, 24 in Puglia, 19 in Veneto, 18 in Lombardia, 17 in Sicilia, 16 in Liguria). 

E addirittura a Roma è avvenuto un fenomeno singolare: una strage di uccelli con centinaia di storni ritrovati a terra in tutta la zona attorno alla stazione Termini, da via Cavour a piazza Esedra a via Nazionale (foto). Si ipotizza che gli uccelli spaventati e disorientati per i botti di Capodanno si siano schiantati in strada, contro finestre o finiti contro i cavi dell’alta tensione. 

Lo scorso anno si sono registrati 9 ferimenti dovuti all’uso di armi da fuoco, mentre quest’anno si registrano 13 casi di cui 1 con prognosi maggiore di 40 giorni.

La vittima, come si è detto,  è stato un 13 enne (di cui al momento non si hanno i dati di identificazione) all’interno di un campo nomadi di Asti intorno a mezzanotte presumibilmente per lo scoppio di una batteria di petardi che lo ha colpito l’addome. Ma si ipotizza anche che il ragazzino possa essere stato ucciso da un colpo da fuoco. I familiari del bambino hanno protestato per non averlo potuto vedere (dovendo essere sottoposto ad autopsia) e hanno danneggiato alcune strutture all’interno del pronto soccorso di Asti e nel parcheggio. 

Tra gli otto feriti nella notte di San Silvestro a Napoli , c’è una donna di 52 anni ferita alla testa da un corpo metallico che le si è conficcato tra fronte e naso mentre si trovava in strada per depositare la spazzatura: in un primo momento si era pensato a un proiettile vagante, ma i successivi accertamenti fanno pensare piuttosto a una scheggia, frutto dell’esplosione di un botto. La donna, di 52 anni, è stata prima medicata all’ospedale di Giugliano e poi trasferita al Cardarelli. 

Sempre secondo i dati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza sono state denunciate in relazione ai botti di Capodanno 180 persone a piede libero (lo scorso anno ne vennero segnalate 277, e sono state arrestate 48 persone a fronte delle 51 dell’anno scorso). 

Riguardo ai materiali sequestrati durante il mese di dicembre, al momento si tratta di 48 strumenti lanciarazzi (10 lo scorso anno); 36 armi comuni da sparo; 1728 munizioni; 1.487 chili di polvere da sparo; 6.212 manufatti appartenenti alla IV e V categoria del Testo unico di pubblica sicurezza; 7.490 chili di manufatti con la marcatura “CE” (21.791 lo scorso anno); 7.923 chili di prodotti comunque non in regola (9.688 lo scorso anno); 198.125 pezzi di articoli pirotecnici di varia natura (101.282 lo scorso anno). 

Tra i motivi principali dei sequestri l’eccedenza dei carichi detenuti dai titolari delle licenze, l’illecita detenzione da parte di chi non ne aveva titolo e la natura illegale degli stessi prodotti sequestrati.

Ritornando alla strage di uccelli avvenuta a Roma, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) afferma in una nota: “La ‘guerra di Capodanno’ è andata in scena anche quest’anno nonostante il divieto imposto dall’ordinanza della sindaca Raggi”. “Ogni anno non facciamo che ripeterlo: la vendita di petardi e fuochi d’artificio va vietata e le aziende riconvertite – commenta il presidente, Massimo Comparotto – Le ordinanze sono inutili, di fatto i controlli non esistono e ogni anno contiamo centinaia di esemplari morti e feriti tra la fauna selvatica e tanti animali domestici feriti o smarriti a causa dei botti e della distrazione dei proprietari. È tempo che il legislatore rimedi a tale scempio che colpisce anche gli umani. È questione di salute, ordine pubblico e, soprattutto, di civiltà”. 

  Daniele Diaco, presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale, ammette: “In pochi hanno rispettato purtroppo l’ordinanza che vietava l’utilizzo di botti e petardi e questo è ciò che è accaduto a Roma: centinaia di storni sono morti per la paura dovuta alla detonazione. Mi auguro che nel tempo aumenti la consapevolezza che i petardi creano inquinamento ambientale e provocano un serio shock a tutti gli animali”.

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