di FABIO CAMILLACCI/ A Roma si usa dire, “le categorie so categorie”. Ecco, la Juventus nel calcio è sempre di un’altra categoria, anche se in campionato ha disputato il suo peggior girone di andata degli ultimi 10 anni. Dopo la batosta rimediata al Meazza contro l’Inter per la 18° giornata di Serie A, i bianconeri si rialzano in men che non si dica prendendosi la Supercoppa italiana. Al Mapei Stadium di Reggio Emilia, Napoli battuto 2-0. Accade tutto nella ripresa: Cristiano Ronaldo apre le marcature, Szczesny tra i pali conserva, Insigne manda sul fondo il rigore del possibile pareggio, Morata chiude il conto in pieno recupero. E Andrea Pirlo può alzare il suo primo trofeo da allenatore.
A fare la differenza tra le due squadre è stata soprattutto la capacità di mantenere i nervi saldi nei momenti decisivi della sfida. E spesso certe gare vengono decise dagli episodi: Ronaldo ha avuto la prima vera occasione a metà del secondo tempo e l’ha trasformata in gol, Insigne invece ha calciato malissimo il penalty dell’1-1 all’80’. Proprio vero: la Vecchia Signora ha sette vite come i gatti. Non a caso Gattuso alla vigilia aveva detto: “Mai fidarsi della Juve in crisi”. Molto bene anche il portiere polacco Szczesny, strepitoso nel primo tempo su Lozano e nel finale di gara. In tal modo, Madama si è presa la rivincita dopo la finale di Coppa Italia persa proprio contro gli azzurri quando sulla panchina bianconera c’era ancora Maurizio Sarri.
Le scelte in casa Juve. Incassata in mattinata la buona notizia della negatività di Cuadrado che era stato colpito dal Covid-19, Pirlo ha schierato proprio il colombiano esterno destro e Danilo centrale di sinistra nella difesa a tre. Cuadrado è un giocatore troppo importante per i bianconeri e a Milano la sua assenza ha pesato. A centrocampo Chiesa si è spostato a sinistra; in attacco, Kulusevski ha preso il posto di Morata accanto a CR7. Obiettivo del tecnico juventino: non dare punti di riferimento davanti e sorprendere i partenopei con gli inserimenti di McKennie. L’americano è partito da destra per giocare tra le linee.
Gattuso risponde con Petagna unica punta nel 4-2-3-1 orfano del sopravvalutato e sciagurato Osimhen che si è preso il Covid dopo la folle festa organizzata con gli amici. Insigne a sinistra, Lozano a destra e la coppia di centrali Manolas-Kulibaly. Primo tempo brutto: squadre guardinghe e attendiste, pochi tiri in porta. L’occasione migliore alla mezz’ora capita sulla testa di Lozano, che colpisce su cross di Demme dalla sinistra: la risposta di Szczesny è prodigiosa. La replica della Juventus sta tutta in un tiro a giro di Ronaldo che sfiora il palo. Nella ripresa la partita si anima. Pirlo è costretto a rinunciare a Chiesa fermato da un problema alla caviglia. Al suo posto Bernardeschi che in apertura di secondo tempo si pappa un gol da distanza ravvicinata.
Le fasi cruciali del match. Al 65′ ci pensa il solito Cristiano Ronaldo a lanciare la Juventus: il campione portoghese è lesto a girare in porta da due passi dopo una deviazione sfortunata di Bakayoko sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Bernardeschi. A quel punto Gattuso getta nella mischia Mertens, reduce da un brutto infortunio, togliendo Petagna. E proprio l’attaccante belga è protagonista dell’episodio che avrebbe potuto cambiare la partita. Fallo tanto ingenuo quanto sventurato di McKennie in area. L’arbitro Valeri non lo vede ma il Var lo avvisa invitandolo ad andare a riguardare l’episodio al monitor. Insigne come detto spreca dal dischetto. Dopo un’altra grande parata di Szczesny, al 95′ è Morata entrato al posto di Kulusevski a firmare il raddoppio. Game over, Supercoppa bianconera.
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