Tormentone politico da coronavirus: il ritorno da oggi 24 gennaio della Lombardia in zona arancione è accompagnato dalle ormai solite, stucchevoli polemiche della Regione (e in particolare del suo presidente Fontana) con il governo, al quale cerca di addossare la responsabilità della retrocessione in zona rossa per un settimana in più, dovuta invece alle erronee comunicazioni dei dati fornite dell’apparato regionale competente alla cabina nazionale tecnico-scientifica, la quale poi trasmette le indicazioni operative al ministero della Salute. La polemica può avere soprattutto ripercussioni sulla richiesta dei commercianti di essere risarciti delle ulteriori perdite subìte per la chiusura forzata in pieno periodo di saldi. Nell’ordinanza firmata per riportare la Lombardia in zona arancione, il ministro della Salute Roberto Speranza ha messo nero su bianco che la decisione è stata presa sulla base dei dati “rettificati” dalla Lombardia.
Naturalmente, ora il Fontana preannuncia il solito ricorso al Tar: un’arma che sta scandalosamente diventando elemento di scontro tra i governanti regionali e lo Stato centrale, cosa che in nessun altro paese europeo come in Italia sta inquinando la lotta contro l’unico nemico, che è il virus. Un nemico che trova come alleato la politicizzazione sfrenata delle opposizioni di destra (e non solo) al governo. Insomma il “licenziamento” dell’assessore Gallera e la sua sostituzione con Letizia Moratti (foto a lato) – che ha individuato la presenza di errori – non ha prodotto ancora i frutti sperati a causa della permanenza (per legge) del Fontana al vertice della giunta.
IL QUADRO NAZIONALE – Adesso le Regioni in area arancione sono: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Puglia, Sardegna. In giallo ci sono Toscana, Molise, Basilicata,
Ma contro il passaggio in arancione si agita anche il presidente della Sardegna, Christian Solinas, che chiede una rettifica altrimenti minaccia… “tuteleremo le ragioni della Sardegna in altre sedi”. La Provincia autonoma di Bolzano invece continua ad esercitare, per conto suo, le proprie prerogative: aperti negozi e bar, anche se è in zona rossa, ormai solo con la Sicilia.
Commenta per primo