Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte salirà al Quirinale oggi 26 gennaio dopo una riunione del Consiglio dei ministri, fissata per le ore 9, nella quale comunicherà le sue intenzioni di rassegnare le dimissioni.
Il M5s ha subito diffuso un comunicato firmato dai capigruppo M5s di Camera e Senato Davide Crippa ed Ettore Licheri nel quale si afferma: «Il passaggio per il cosiddetto Conte ter è ormai inevitabile ed è l’unico sbocco di questa crisi scellerata. Un passaggio necessario all’allargamento della maggioranza. Noi restiamo al fianco di Conte, continueremo a coltivare esclusivamente l’interesse dei cittadini, puntiamo a uscire nel più breve tempo possibile da questa situazione di incertezza che non aiuta. Dobbiamo correre sul Recovery, seguire il piano vaccinazioni, procedere immediatamente ai ristori per le aziende più danneggiate dalla pandemia. Il MoVimento c’è, ed è pronto a fare la sua parte».
Del resto le voci di una sua imminente salita al Quirinale si sono rincorse per tutta la giornata così come il pressing, già da ieri, da parti della maggioranza ma anche da parlamentari indicati come possibili ‘responsabili’ è andato in scena il pressing per possibili ‘dimissioni-lampo’ del premier e l’avvio di un Conte ter.
Nel pomeriggio di ieri sono circolate voci insistenti sulla mancanza di numeri in Senato ‘pericolosa’ in particolare in vista della relazione del ministro della Giustizia e capo delegazione M5s Alfonso Bonafede. Il Pd ha assicurato a Conte che il suo ruolo “è imprescindibile” e che il Pd è comunque al suo fianco; ma l’ha messo in guardia sui rischi di andare in Aula per la relazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e sul fatto che il governo ne uscirebbe sconfitto visto che al momento i numeri non ci sono.
Nella serata di iei le riunioni dei ministri Pd con Nicola Zingaretti e dei ministri pentastellati con Vito Crimi. “Il M5S – dice in una nota Vito Crimi – è convintamente al fianco del presidente Conte in questo momento estremamente difficile per il Paese. Siamo la colonna portante di questa legislatura: come sempre, ci assumeremo le nostre responsabilità, avendo come riferimento il bene dei cittadini, e ci faremo garanti dei passaggi delicati che attendono la nostra Repubblica”.
Intanto è sceso in campo anche Silvio Berlusconi affermando: “Nessuna trattativa è in corso, né ovviamente da parte mia, né di alcuno dei miei collaboratori, né di deputati o senatori di Forza Italia, per un eventuale sostegno di qualunque tipo al governo in carica”. “La strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del Paese in un momento di emergenza, oppure restituire la parola agli italiani”. “Mi auguro che il presidente del Consiglio sia consapevole della ineludibilità di questa strada”.
Il commissario all’economia dell’Unione Europea, Paolo Gentiloni, intervenendo ad un evento organizzato dal Pd in Belgio, ha sottolineato che “in Italia stiamo un po’ nei guai, nel pieno di una crisi che non aiuta le cose, avremmo bisogno di un governo in grado di garantire che la crisi non diventi crisi sociale, che non ci sia crisi finanziaria, che sappia assicurare la qualità del piano di Recovery e confermi la scelta europeista, e invece siamo nell’incertezza”.
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