di ROMANO LUSI – Dopo una giornata di altalena tra il sì e il no a Mario Draghi, una mossa di Beppe Grillo sblocca la situazione ottenendo dal presidente incaricato un ok alla sua proposta che nel prossimo governo sia creato una ministero che si occupi dell’ambientalismo, da lui definito “superministero per la transizione ecologica”. Ed sarà proprio l’inserimento di questo obiettivo che contrassegnerà domani il quesito che verrà posto ai militanti del M5s, attraverso il referendum sulla piattaforma Rousseau, per stabilire se appoggiare o meno il futuro governo. Draghi ha affidato il messaggio in particolare a una delle varie delegazioni che, in rappresentanza delle cosiddette forze sociali, ha ascoltato per tutta la giornata di oggi , quella degli ambientalisti, che l’ha poi rilanciata ai microfoni delle tv. Prima di questa comunicazione c’era stata anche la “mossa del Conte”, cioè la frase del presidente del Consiglio dimissionario, Giuseppe Conte, il quale, rispondendo alla domanda di un cronista, ha risposto: “Se fossi iscritto al M5s voterei sì per il sostegno al governo Draghi al referendum della piattaforma Rousseau”.
Ora però sarà interessante vedere come se la caverà Draghi nella composizione del governo dopo aver sciolto la “riserva” con cui ha accettato l’incarico, cioè come comporrà la squadra dei ministri, tenendo conto delle pretese che avanzeranno le varie componenti, anche se le ipotesi che si fanno ora vertono sull’ipotesi di un governo “tecnico-politico”. Insomma la strada che dovrà percorrere adesso è piena di difficoltà e di insidie, e potrebbe essere anche piena di contraddizioni, che prevedibilmente Draghi tenterà di schivare trincerandosi dietro quel “mandato a termine” che ha preconizzato Berlusconi, imaginando che tra un anno potrebbero aprirsi per lui le porte del Quirinale quando lo lascerà Mattarella, il quale ha già detto di scartare ogni ipotesi di rinnovo del mandato presidenziale
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