DRAMMA NEL CICLISMO/ La morte del belga Demoitié alla Gand-Wevelgem riapre le polemiche sulla sicurezza

demoitiedi Marco Valerio/

Il ciclista belga Antoine Demoitié, 25enne corridore belga della Wanty-Groupe Gobert, è morto nella notte in ospedale dopo essere stato investito da una moto in seguito ad una caduta durante la classica Gand-Wevelgem, vinta dallo slovacco Peter Sagan. A riferirlo i media francesi. “E’ in corso un’inchiesta per capire la dinamica”, ha detto Frederic Evrard, portavoce della gendarmeria regionale Nord-Pas-de-Calais all’agenzia France Presse. Il 25enne era ricoverato all’ospedale universitario di Lille. Il tragico incidente è avvenuto nei pressi di Sainte-Marie-Cappel, nelle Fiandre francesi a poco più di 80 km dall’arrivo. Secondo le prime ricostruzioni, Demoitié era rimasto a terra dopo essere stato coinvolto in una caduta con altri quattro corridori ed è stato investito da una moto dell’organizzazione, con un commissario belga a bordo.

Una vita stroncata. Quest’anno Demoitié aveva fatto il salto di categoria passando da una Continental ad una Professional, ovvero dalla terza alla seconda fascia delle squadre ciclistiche: da quest’anno correva per la Wanty Groupe Goubert dopo tre stagioni alla Wallonie-Bruxelles. Venerdì 25 aveva partecipato alla sua prima corsa in carriera di livello World Tour dove si era messo in luce entrando nella fuga. La vittoria più importante in carriera è stata al Tour du Finistère 2014.

Le reazioni. Il tragico incidente invita, secondo molti, anche a una riflessione sulla sicurezza delle gare. Contador via Twitter auspica un “maggiore controllo delle moto in corsa”. L’associazione internazionale dei corridori chiede che “sia fatta luce sulle circostanze che hanno portato alla tragedia. Il presidente Gianni Bugno: “All’ultima riunione del Consiglio del Ciclismo professionistico abbiamo chiesto specificatamente che vengano comunicate rapidamente le strategie da mettere in atto per migliorare la sicurezza in corsa. Non voglio accusare nessuno, ma far riflettere sulle reponsabilità di tutti perché l’attenzione sia sempre mantenuta ai massimi livelli”.

Il dramma sui media e i tanti precedenti. In Belgio molti giornali già oggi si occupano della questione. Sul sito del quotidiano Le Soir si punta il dito contro l’Unione ciclistica internazionale (Uci), che non farebbe abbastanza per garantire la sicurezza dei corridori, circondati spesso da troppi veicoli dell’organizzazione e dei team durante la corsa. Le Soir elenca alcuni recenti casi di incidenti simili, per fortuna con epiloghi meno gravi. Solo a febbraio, si ricorda, il belga Stig Broeckx (Lotto-Soudal) è stato investito da una moto durante la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, riportando varie fratture, mentre un connazionale più famoso, Greg Van Avermaet, era stato più fortunato dopo un altro incidente alla Clasica San Sebastian dell’estate scorsa. Il sito di Dernier Heure sottolinea invece che un altro giovane corridore belga, Daan Myngheer, 22 anni, è tra la vita e la morte ad Ajaccio, in Corsica, vittima di un infarto durante il Criterium international. Non basta: sempre alla Gand-Wevelgem di ieri, per un’altra caduta l’ex campione del Belgio Jens Debusschere ha riportato una commozione cerebrale e varie fratture.

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