Il governo ha deciso con decreto legge il rinvio a dopo l’estate di tutte le elezioni amministrative previste da qui a fine giugno. La lista riguarda le Regionali in Calabria (che erano state fissate per l’11 aprile dopo la prematura morte della presidente Iole Santelli, avvenuta meno di un anno dopo la sua elezione), le suppletive a Siena, le amministrative che si terranno in circa 1200 Comuni, tra i quali metropoli come Roma, Milano, Napoli, Torino. Il decreto legge ancora non è arrivato a Palazzo Chigi ma al Viminale l’istruttoria per decretare il rinvio è stata conclusa, manca solo un decreto legge e quindi un Consiglio dei Ministri. Le preoccupazioni riguardano non solo i rischi epidemiologici derivanti dalla chiamata alle urne in un momento in cui la curva del contagio continua a salire, ma anche i possibili assembramenti nei tradizionali comizi politici che si terrebbero nelle settimane precedenti al voto.
Lo slittamento farà cadere il voto tra il 15 settembre e il 15 ottobre con l’ipotesi di una sola data per Regionali calabresi e Comunali, ma per procedere in questa direzione – si spiega in ambienti ministeriali – servirebbe l’informale via libera dei segretari dei partiti. Le posizioni però non sono tutte uguali, infatti è chiaro come un rinvio non sarebbe gradito a quelle forze che in questo momento sono ben posizionate nei sondaggi. A pesare sulla decisione del governo c’è anche la ricaduta che le elezioni avrebbero sull’attività scolastica dal momento che inevitabilmente i seggi devono essere accolti negli edifici scolastici.
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