“Raccontare Sciascia” a cento anni dalla nascita: un libro di Angelo Campanella e Giuseppe Maurizio Piscopo, foto di Salvatore Ferlita

A cento anni dalla nascita, c’è sempre tanto da scoprire su Leonardo Sciascia: episodi inediti, testimonianze, curiosità. C’è questo ma anche una rivisitazione dei grandi temi toccati dallo scrittore di Racalmuto nel libro di Angelo Campanella e Giuseppe Maurizio Piscopo “Raccontare Sciascia” impreziosito dalle foto di Angelo Pitrone. Campanella e Piscopo offrono soprattutto ai giovani e alle scuole una chiave della scrittura di uno dei più importanti intellettuali del Novecento.E ripercorrono tutti i temi fondamentali della sua produzione letteraria: la scuola prima di tutto e poi la mafia, il cinema, il teatro, la giustizia, le feste, i viaggi, la religiosità, la pittura, la fotografia.

In questo modo, scrive nell’introduzione Salvatore Ferlita, Sciascia viene destinato “prima a uno spazio sicuro, dove andarlo a cercare ogni qual volta occorresse, per poi però metterlo, diciamo così, al servizio degli altri”. Piscopo, ricorda Ferlita, è come Sciascia un “maestro irrequieto ed eretico che ha puntellato il suo insegnamento con la musica e con la passione per la radio e la comunicazione”. Campanella è un “docente che pratica la scrittura e ha confidenza con la letteratura”. Ciascuno ha guardato allo scrittore “da una specola diversa, e questo scarto di prospettiva rappresenta un valore aggiunto”. Un’altra chiave scelta per “raccontare” Sciascia è quella che ricorda la concezione dello scrittore fortemente critica verso il potere, anzi ogni potere, che spesso lo ha posto al centro di aspre polemiche. Ma il taglio del racconto è più centrato sulla vita e sull’esperienza dello scrittore che sul polemista. Proprio la sua propensione alla polemica civile è stata spesso, annota Ferlita, di “ostacolo allo Sciascia romanziere e autore di saggi straordinari: tirato in ballo ciclicamente, rievocato con imbarazzo o disapprovazione, l’intellettuale spinoso e impertinente ha rappresentato la pietra d’inciampo, il motore dello scandalo”. (Ansa)

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