Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha provato oggi a trasmettere un messaggio di speranza agli italiani con una conferenza stampa (affiancato dal ministro della Salite, Roberto Speranza) in cui ha fatto il punto anche se ha fatto riferimento a un miglioramento dei dati sulla pandemia che, più tardi, oggi sono ancora deludenti: 15.943 nuovi contagi (anche se con l’indice di contagio del 4,8%) e 419 morti. Draghi ha confermato che la cabina di regia si propone di anticipare al 26 di questo mese l’introduzione della zona gialla, ma con un cambiamento rispetto al passato, nel senso che si dà precedenza all’attività all’aperto, anche la ristorazione a pranzo a cena, e alle scuole tutte, che riaprono completamente in presenza nelle zone gialla e arancione mentre in rosso differenziate (in parte in presenza e in parte a distanza).
“La campagna di vaccinazione va bene, con tante sorprese positive e qualcuna negativa e questo è stato fondamentale per prendere le decisioni” sulle riaperture. “Questo rischio – ha detto – che incontra le aspettative dei cittadini, si fonda su una premessa: che i comportamenti siano osservati scrupolosamente, come mascherine e distanziamenti, nelle realtà riaperte”. Draghi ha auspicato per questo l’attenzione delle istituzioni e forze del’ordine: “In questo modo il rischio si trasforma in opportunità“. Inoltre gli spostamenti saranno consentiti tra regioni gialle, ma con un pass tra regioni di colori diversi“.
Rispondendo a specifiche domande, in particolare sui mezzi per determinare una ripresa dell’economia, Draghi ha spiegato che con il Def (Documento di Economia e Finanza) e con lo scostamento di bilancio si fa “una scommessa sul debito buono”. “Il ministro dell’Economia, Franco, ha enunciato il Def e l’entità dello scostamento: 40 miliardi. Non merita attenzione solo la cifra ma il percorso di rientro dal deficit, che è poco meno del 12%, e solo nel 2025 si vedrà il 3%. Questa è una scommessa sulla crescita: se la crescita sarà quello che ci attendiamo da questi provvedimenti, dal piano di investimento, dal Pnrr, dalle riforme, pensiamo che non servirà una manovra correttiva negli anni a venire. Il processo si traduce in un’uscita dal debito per effetto della crescita”.
«Il Recovery plan è fatto di 191,5 miliardi circa, di cui 69 a fondo perduto, 122 prestiti, più 30 del fondo di accompagnamento al Pnrr. Il ministro Giovannini ed io abbiamo nominato 57 commissari per 57 opere pubbliche che erano già finanziate e aspettavano di essere attuate. La domanda che uno si fa è: ma quando le vedo queste opere? Giovannini questo pomeriggio spiegherà il cronoprogramma con la data di apertura dei cantieri».
«A proposito del decreto sostegni, è segnato da rapidità dei pagamenti, dal 30 marzo a oggi sono stati pagati due miliardi nella prima settimana e un miliardo nella seconda, ma i pagamenti non sono ancora terminati».
Uno dei giornalisti ha domandato: «Ma saranno definitive le riaperture?». La risposta è stata molto netta: «Quando ho parlato di rischio ragionato è questa la risposta: se i comportamenti saranno osservati non ho dubbi che la possibilità che si torni indietro è molto bassa» anche perché e in autunno la vaccinazione sarà molto diffusa.
Sui prossimi sostegni alle imprese Draghi ha precisato: «Il criterio adottato nel primo decreto è quello del fatturato, ma ha suscitato perplessità in tanti e per vari motivi. Il ministero sta pensando ad aggiungere, oltre a quello del fatturato, anche un criterio che riguarda l’utile, l’imponibile fiscale, in modo da vedere esattamente i soggetti più colpiti dalla pandemia”. Naturalmente non si può aver tutto: con il fatturato i tempi sono molto rapidi, con altri parametri i tempi si allungano di tre o quattro settimane».
Sulla necessità di fare debiti Draghi ha tenuto a chiarire la differenza facendo riferimento ai casi Alitalia e Stellantis. Per la chiusura di questi dossier – ha detto – è stato creato debito. L’esempio di Alitalia è davanti a noi. Se è debito buono? Solo se è stata fatta una riforma della società per andare avanti con proprie ali e non per essere continuamente sussidiata come negli ultimi 20 anni”, altrimenti è “debito cattivo“.
“Nel fondo di accompagno al Pnrr c’è una posta per l’alta velocità SalernoReggio Calabria”, ha annunciato, ma non ha citato il ponte sullo Stretto di Messina, su cui insistono invece Lega e Forza Italia e alcuni esponenti della destra calabrese, non rendendosi conto che la Calabria non è interessata ad un’opera, peraltro costosissima, di quel genere.
Invece Draghi ha precisato: «La logica dei nostri interventi è di due tipi: un sostegno alle persone, umanitario, per coloro che hanno perso tutto e non per colpa loro, un altro serve a evitare che le imprese per mancanza di liquidità chiudano o vengano acquistate da qualcuno che si presenta all’improvviso. Sta capitando“.
«Il punto è riuscire a produrre la crescita, quello è il criterio per uscire dall’ alto debito,il rapporto debito/pil giudicato con gli occhi di ieri sarebbe molto preccupante ma gli occhi di oggi sono molto diversi. Nessuno nelle conversazioni fatte ha posto eventualità del ritorno alle regole come erano, è una discussione complessa che durerà tutto il prossimo anno, gli altri paesi sono in condizioni non dissimili, c’è un impegno serio verso una decrescita del rapporto debito/pil senza compromettere la crescita dei paesi».
Un apprezzamento particolare Draghi lo ha voluto dedicare al ministro della Salute, Roberto Speranza, che nella conferenza stampa ha voluto al suo fianco. E ha tenuto a precisare: «Le critiche al ministro Speranza non erano né fondate né giustificate: ho già detto – mi secca doverlo ripetere in sua presenza – che lo stimo e l’ho voluto io nel governo».
E quando gli ha dato la parola, il ministro ha spiegato, a supporto di quanto ha affermato il presidente del Consiglio: «Il principio che utilizzeremo in questa fase, caratterizzata dalla gradualità, si basa sui dati: nei luoghi all’aperto riscontriamo una difficoltà significativa nella diffusione del contagio. Applicheremo questo principio nell’ambito della ristorazione e non. Auspico che il quadro epidemiologico migliorerà per programmare ulteriori aperture per le attività che non si svolgono all’aperto».
“Il 26 aprile è la data-chiave in cui ripristineremo le zone gialle, investendo sugli spazi aperti. Poi una road map accompagnerà le riaperture: il primo giugno alcune attività sportive, il primo luglio le attività fieristiche».
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