di NUCCIO FAVA* – Dopo i fatti che hanno sconquassato il Consiglio Superiore della Magistratura – insieme a piccoli e grandi episodi di corruzione tra magistrati ed avvocati che rimbalzano non infrequentemente da sud a nord dell’Italia – nuove gravi e inquietanti situazioni sconvolgono il mondo del diritto colpendo sedi importanti come la stessa Procura di Milano. Squalificando ulteriormente anche il CSM e a lambire in qualche modo la stessa Procura generale della Cassazione che sembra annunciare interventi disciplinari.
Ho abitato a lungo da ragazzo tra il palazzo di Giustizia e l’università degli studi di Messina. In pratica ogni mattina, aprendo l’ampia finestra, ero raggiunto dalla scritta ciceroniana, quasi una sentenza “Nolite fieri sicut equus et mulus, quibus non est intellectus quia morso et camo costringere debemus”. Anche noi comprendevamo meglio di un comandamento del catechismo l’invito ad essere buoni ed onesti cittadini. Da valere ovviamente per tutti e si sarebbe detto , a maggior ragione, per gli operatori del diritto e amministratori della giustizia.
Al contrario di queste doverose e sane aspirazioni, da sempre il cosiddetto mondo della giustizia è stato attraversato da errori ed ingiustizie di errori a cominciare dallo stesso processo famoso che causò il suicidio con la cicuta di Socrate, rimasto scritto anche sui nostri libri di storia per non ritornare con dolore alla farsa del pretorio di Ponzio Pilato che scelse di lasciare Gesù nelle mani dei sacerdoti accusatori venali interessati alla sua crocifissione e morte, riscattata però da quell’evento straordinario che fu la sua resurrezione, straordinaria occasione di liberazione e di possibile riscatto per tutto il genere umano.
Nessun ambito della vita sociale e politica in ogni angolo del pianeta e negli stessi territori più avanzati sono stati esenti da vicende di corruzione, con protagonisti spesso gli stessi uomini preposti alla legalità e all’amministrazione della giustizia.
Sempre da ragazzo assistevo con emozione ai film western americani, spesso ricchi di episodi che vedevano protagonisti sceriffi corrotti al soldo di potenti coloni terrieri e prepotenti gruppi finanziari che costruivano nuove linee ferroviarie o preziose estrazioni di minerali senza alcun rispetto per il territorio e i diritti delle popolazioni prive di ogni difesa. Non di rado arrivava alla fine qualche giustiziere e talvolta l’irruzione di indiani buoni che riconquistavano i territori di cui erano stati depredati.
La nostra gratificazione dipendeva talvolta agli episodi in bianco e nero di Perry Mason, che, tra uso intelligente delle pandette e la scoperta a sorpresa di qualche nuovo testimone, faceva trionfare verità e giustizia.
Nella nuova sconcertante condizione della giustizia italiana tutto ha inizio con dichiarazioni truffaldine di avvocati mercenari che tentano in ogni modo di lucrare abbondantemente con accuse false che provocano la condanna degli stessi , uno dei quali arriva a mettere a verbale l’esistenza di una cupola massonica denominata “Ungheria” della quale farebbero parte magistrati , funzionari di polizia , rappresentanti di vertici amministrativi dello Stato e anche componenti del Csm, tutti collegati da mire corruttrici allo scopo di pilotare nomine importanti e incarichi fruttuosi.
Con un giro complicato compare anche Pier Luigi Davigo, al tempo in cui era componente del Csm, perché avrebbe ricevuto da un sostituto procuratore milanese copia delle dichiarazioni rese a Milano da uno degli avvocati truffaldini. Invece di restare segrete, le carte venivano tra l’altro inviate a due quotidiani dalla segretaria dello stesso Davigo, forse a sua insaputa . L’unica certezza , in attesa degli sviluppi delle indagini, è la conferma comunque di uno squallido intrigo mercenario con ricerca affannosa di danaro e di potere, di esercizio di influenze e ricatti in ogni modo che ovviamente non fanno onore, né gratificano alcuno.
Resta però sempre più urgente la necessità di chiarezza e di spiegazioni esaurienti, anche da parte del procuratore capo di Milano, che, singolarmente, non ha sinora offerto elemento alcuno di chiarificazione. In una situazione che intossica non solo il Csm e tutto il mondo della giustizia ma sconcerta tutta l’opinione pubblica ed erode sempre più la fiducia nelle istituzioni.
ULTIME NOTIZIE SULL’INCHIESTA
E’ impegnata nella ricostruzione dei rapporti tra le varie persone indicate nei verbali dell’avvocato Piero Amara la Procura di Perugia titolare si uno dei tronconi d’inchiesta relativi alla presunta loggia segreta “Ungheria”.
I documenti sono stati trasmessi ai magistrati del capoluogo umbro da quelli di Milano. Nei verbali vengono chiamati in causa anche alcuni magistrati in servizio a Roma. Circostanza che ha portato al coinvolgimento nell’indagine dell’Ufficio guidato da Raffaele Cantone competente a occuparsi delle indagini che riguardano i magistrati della capitale.
A Perugia l’indagine è in corso nel massimo riserbo. Il reato ipotizzato nel fascicolo sembrerebbe quello di associazione segreta ma l’indagine sembra puntare anzitutto trovare riscontri o smentite ai presunti rapporti tra i personaggi indicati da Amara.
A coordinare gli accertamenti, oltre al procuratore capo, ci sarebbero anche i sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano. Gli stessi che hanno già condotto l’inchiesta a carico dell’ex consigliere del Csm Luca Palamara e hanno firmato l’avviso di conclusione indagini per concorso in millantato credito nei confronti di Amara e altri due indagati.
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*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornanlisti Europei, è stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune Politiche della Rai
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