di ENNIO SIMEONE – L’ha buttata lì, sul nuovo strumento che ha inventato per andare a reti unificate su tv e giornali on line (e rilancio garantito sui giornali cartacei il giorno dopo): uno streaming su Facebook intitolato “Matteorisponde” (dove lui da solo si fa le domande e si dà le risposte): “In questo momento abbiamo dato la precedenza al ceto medio ma – ha aggiunto furbescamente il segretariopresidente Matteo Renzi – c’è il progetto di allargare gli 80 euro anche alle forze dell’ordine e anche a chi prende la pensione minima. Vedremo se saremo in grado di farlo”.
E, con la consueta imbecillità, lo stesso esponente della cosiddetta “sinistra Pd”, Gianni Cuperlo – che in Direzione il giorno prima lo aveva opportunamente accusato di arroganza e di incapacità da leader – ha commentato accondiscendente su La7: ”Se il governo dà 80 euro a 3 milioni e mezzo di pensioni minime a 501 euro, io mi alzo e applaudo”.
Avrebbe dovuto invece commendare che il capo del governo sta tentando ancora una volta di comprare voti con il denaro pubblico alla vigilia di un referendum e, soprattutto, alla vigilia di elezioni amministrative, come aveva fatto alla vigilia delle elezioni europee due anni fa. Perché non è quello il modo di rimediare alla grave ingiustizia che aveva commesso due anni fa dando 80 euro a chi ha uno stipendio fisso, anche se modesto, magari in una famiglia dove di stipendi ne entrano due. Perché questo si chiama “voto di scambio”, un reato che è punito se vengono usati soldi privati ed è ancor più odioso e grave se lo si commette con i soldi pubblici. Perché se si vuole dare una mano a chi prende quattro soldi di pensione bisogna aumentargli stabilmente la pensione, non fargli un’elemosina alla vigilia di una votazione.
Ma finché Renzi avrà dei contestatori di questa stoffa, potrà continuare a fare tranquillamente i propri comodi e ad imbrogliare gli italiani.
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