di Fabio Camillacci
Espugnando il “Taliercio” per la seconda volta nella serie di semifinale, la Grissin Bon Reggio Emilia ribalta il fattore campo, si aggiudica gara-7 contro l’Umana Reyer Venezia e da domenica andrà a giocarsi un’inedita finale contro Sassari; peraltro, col vantaggio di giocare in casa l’eventuale bella.
Una vera impresa. È il trionfo del coach Max Menetti, che riesce a portare per la prima volta nella storia Reggio Emilia alla sfida scudetto contro un’altra debuttante come la splendida Sassari. Una delusione per Venezia e il suo pubblico, che cullavano il sogno di lottare per uno scudetto che manca dal lontanissimo 1943. Reggio recupera a sorpresa Lavrinovic (molto positivo nonostante abbia giocato evidentemente condizionato dai postumi dell’infortunio e mvp assieme a capitan Cinciarini), ma, deve comunque ancora una volta fronteggiare assenze pesanti come quelle di Diener e Mussini. A sorpresa, Menetti decide poi di lasciare tutto il match in panchina anche Chikoko e Cervi, affidandosi a soli sette effettivi, una scelta che alla fine paga.
La svolta del match. In una partita in cui squadre e arbitri si mostrano poco lucidi, la svolta arriva nel terzo quarto, proprio sul massimo vantaggio veneziano (38-29 al 21′). Il tecnico ospite decide di affidarsi alla zona, che i padroni di casa non riescono a leggere e infligge loro un parziale di 11-0 in 5′ che riapre completamente la partita. L’incontro, a questo punto, rimane in equilibrio sostanziale fino alla metà dell’ultimo quarto, senza che nessuna delle due contendenti riesca a mettere le mani sull’inerzia della partita.
Il rush finale. È però di nuovo Reggio ad imprimere l’accelerazione decisiva, con un 9-0 in tre minuti e mezzo che permette di entrare negli ultimi 120 secondi di gara con un margine di 7 punti (53-60). La squadra di Recalcati, che chiude con il 31% nei tiri dal campo e 15 palle perse, non ha più la forza di rientrare e gli ospiti possono festeggiare al centro del campo.
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