Nel “Monday Night” della 32° giornata di Serie A, va in scena la prima vera stecca dello Spalletti 2.0. Infatti, escludendo il pari interno col Verona e la sconfitta dignitosa di Torino contro la Juventus capolista perchè il tecnico di Certaldo era appena sbarcato a Trigoria trovando le macerie lasciate da Garcia, ed escludendo pure il pareggio casalingo in rimonta contro l’Inter diretta concorrente per il terzo posto (contro i nerazzurri un pareggio ci può stare), l’1-1 di stasera contro il Bologna è il primo vero mezzo passo falso firmato Spalletti. Don Lucio sbaglia la formazione di partenza puntando ancora sul cosiddetto “modulo derby”, cioè il 4-2-4 con cui i giallorossi domenica 3 aprile hanno strapazzato la Lazio. Ma un conto è fare il 4-2-4 con Nainggolan e un conto è farlo con Iago Falque al posto del “Ninja” oggi squalificato. Inoltre, si rivela un clamoroso errore tecnico la scelta di lasciare Dzeko in panchina per puntare nuovamente su Perotti “falso nueve” e il resto della giostra. La Roma non brilla come nelle precedenti occasioni, non punge e si concede anche pause difensive letali. Il Bologna ne approfitta: Rossettini beffa i centrali giallorossi e di testa porta in vantaggio i rossoblu. Tra pali colpiti dai giallorossi (a fine partita saranno ben 3), le occasioni fallite dai romanisti e le belle parate di Mirante, si va al riposo con gli ospiti avanti 1-0. Si percepisce subito che è una serata decisamente sfortunata per la Roma.
Ovazione dell’Olimpico per Francesco Totti. Spalletti capisce che per scardinare l’abbottonatissimo 4-5-1 messo in piedi da Donadoni (costretto a rinunciare a Destro, ex Roma col dente avvelenato, e Giaccherini) servono i piedi, le intuizioni e le invenzioni di Totti. E allora a inizio ripresa: fuori Iago Falque, dentro il Capitano alle soglie dei 40 anni. Il pubblico si alza in piedi e si spella le mani per l’ingresso in campo della “leggenda giallorossa”. Totti lo ripaga subito accendendo la luce da buon “elettricista” della storia del calcio: al 50′ palla col contagiri per Salah che scatta sul filo del fuorigioco e infila Mirante: 1-1. Gli anni passano inesorabilmente per tutti ma la classe di Totti resta immensa (nella foto Afp-Gazzetta.it: l’abbraccio tra Salah e Totti). Per l’assalto finale Spalletti inserisce anche Dzeko togliendo uno spento El Shaarawy. Tardivo però l’ingresso dell’attaccante bosniaco: entra solo al 71′. Peraltro, stranamente, la squadra con Dzeko in campo smette di giocare sulle corsie esterne preferendo sfondare al centro; altro errore vista la densità creata dai felsinei. Se hai Dzeko in squadra devi allargare il gioco sulle fasce e mettere cross in mezzo; soprattutto contro compagini chiuse come il Bologna visto all’Olimpico. A questo punto però una cosa è certa: a Spalletti non piace Dzeko come terminale offensivo. Ma non puoi pensare di giocare come il Barcellona se non hai gli interpreti del Barça. Quindi in chiave futura sorge un altro problema: se Dzeko non piace al tecnico toscano, la Roma dovrà cedere il bosniaco e acquistare un altro centravanti di grido più adatto al gioco di Spalletti. E’ infatti dimostrato che senza bomber non puoi lottare per lo scudetto fino in fondo.
Stecca casalinga e Roma nel limbo. Dopo questo pareggio interno i giallorossi si ritrovano in una situazione di alta classifica particolare: terzi a -6 dal Napoli secondo in classifica che allunga grazie al 3-0 rifilato domenica al Verona e a +6 dall’Inter. L’1-1 dell’Olimpico consente infatti ai nerazzurri (quarti dopo il successo di Frosinone) di rosicchiare 2 punti alla squadra di Spalletti che al contrario guadagna un punto sulla Fiorentina caduta a Empoli: Viola ora 5° a -8 dal terzo posto.
Zamparini, follìe senza fine. Il patron del Palermo esonera Novellino e richiama Ballardini: accade anche questo nel lunedi del calcio italiano. Dopo la bruttissima sconfitta casalinga (con incidenti e contestazione annessi) contro la Lazio e con lo spettro della B dietro l’angolo, il vulcanico presidente rosanero decide di cacciare Walter Novellino dopo appena un mese di lavoro del tecnico, per riaffidare la squadra a Davide Ballardini, già sulla panchina dei rosanero dal 10 novembre 2015 all’11 gennaio 2016. Novellino dunque se ne va dal Palermo dopo quattro partite e risultati non certo entusiasmanti: 3 sconfitte e un pareggio.
L’amarezza di Novellino. Dopo l’esonero, l’ormai ex tecnico del Palermo ha commentato: “Posso solo dire che sono molto dispiaciuto e amareggiato. Un ringraziamento va ai ragazzi, alla tifoseria e ai dirigenti. La fortuna a volte nel calcio aiuta e io non sono stato fortunato. Sono deluso per come è andata ma ringrazio Zamparini per l’opportunità che mi ha dato. I risultati non mi hanno dato ragione, appena un punto in 4 partite anche se con Empoli e Napoli abbiamo fatto grandi partite ma le grandi partite non contano e domenica sera abbiamo perso male. Spero che questo serva per dare qualcosa che manca alla squadra. Sono convinto che questi ragazzi hanno solo bisogno di serenità e basta”. Con lui va via anche un pezzo di storia rosanero come Giovanni Tedesco, ex giocatore, oggi collaboratore tecnico che dopo aver rassegnato le dimissioni ha dichiarato: “Amo questa maglia, non potendo far nulla per il Palermo è giusto che tolga il disturbo”. Da domani la squadra sarà in ritiro a Coccaglio, in provincia di Brescia, per preparare la trasferta di Torino contro la Juventus.
L’amaro record di Zamparini. Si tratta dell’ottavo avvicendamento in panchina per il Palermo in questa stagione: un record. Il campionato è cominciato con Iachini che è rimasto in sella fino alla 12° giornata, poi il primo cambio con l’arrivo di Ballardini. La squadra guidata da capitan Sorrentino dopo 7 gare decide però di “sfiduciare” il nuovo allenatore. Sorrentino guida i compagni al successo di Verona con l’Hellas e a fine partita ribadisce che la squadra non sta con Ballardini. Così Zampa esonera il tecnico e alla 20° giornata va in panchina Viviani (che perde 4-0 col Genoa), poi arriva Schelotto che, senza patentino, viene affiancato da Bosi nel 4-1 all’Udinese. Dalla 22° alla 24° giornata c’è Tedesco, che lascia contestualmente alle dimissioni di Schelotto. Così alla 25° giornata in panchina c’è di nuovo Bosi in attesa del ritorno di Iachini per la settimana successiva: il vecchio tecnico dura soltanto tre giornate, ecco il nuovo addio e l’arrivo di Novellino. Ma Zamparini manda via anche lui e richiama Ballardini, cioè il tecnico che era stato “sfiduciato” dalla squadra. Un tourbillon da manicomio. Zampa con questa nuova assurda mossa vuole forse punire i calciatori accusati di scarso impegno? In questo modo, la retrocessione del Palermo è inevitabile. Indovinate un po’ di chi è la colpa?
Commenta per primo