Accordo raggiunto tra governo, sindacati e Confindustria sul blocco provvisorio dei licenziamenti (causa covid). Le parti sociali – da Cgil, Cisl e Uil a Confindustria – hanno firmato un avviso comune siglato anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. L’accordo prevede un impegno a far ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali esistenti prima di ricorrere ai licenziamenti. Si apre anche un tavolo permanente di confronto per monitorare l’andamento occupazionale in questa fase di ripresa dell’attività post covid. Le norme non cambiano e in Consiglio dei ministri verrà approvato il decreto che conferma il blocco solo per il settore tessile, per quello della moda e per il calzaturiero. Ma c’è un impegno ad utilizzare in ogni caso, per tutti, le 13 settimane di cig ordinaria disponibili.
Il risultato arriva dopo ben sei ore di una trattativa che era iniziata con posizioni molto distanti, e con i sindacati pronti a mobilitarsi. Ma i continui stop and go hanno fatto capire che era in corso non un incontro formale ma una vera trattativa, nella quale sono stati convolti, a distanza, anche i rappresentati degli industriali non presenti a Palazzo Chigi. Il risultato è in una nota, condivisa, di dieci righe: “Le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti – è scritto nel testo – si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente ed il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, ad una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all’avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua“.
L’accordo sul tema del blocco dei licenziamenti “è un segnale importante“, dicono Cgil, Cisl e Uil dopo la riunione a Palazzo Chigi. “Stasera è un primo importante passo”, spiega il segretario della Cisl Luigi Sbarra. “Viene data risposta alle tante persone che avevano preoccupazioni”, sottolinea il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri. “E’ un risultato che risponde alla mobilitazione che c’è stata sabato, l’unità sindacale lo ha prodotto. In questa dichiarazione è previsto l’impegno per avviare il confronto per la riforma degli ammortizzatori e delle politiche attive”, aggiunge il leader della Cgil Maurizio Landini. “E’ stato un negoziato intenso che ci ha permesso di migliorare e rafforzare i contenuti del Decreto Sostegni bis”, quindi una uscita generalizzata dal blocco licenziamenti a fine giugno, “e le soluzioni individuate ieri dalla ‘cabina di regia del Governo”, ha aggiunto Sbarra.
“Con l’accordo si rafforza quel dialogo sociale che abbiamo sempre promosso e che consente di avere più strumenti per lavoratori e imprese per gestire le crisi”. Così il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, commenta l’intesa.
“E’ sbagliato utilizzare i licenziamenti ora: ci sono altri strumenti che sarebbe interesse di tutti gestire”, aveva detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, avvertendo: “Andiamo a discutere. Non andiamo per essere semplicemente informati”. Mentre il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, aveva delineato la prospettiva di arrivare ad un avviso comune tra parti sociali, con le imprese (e non necessariamente con il Governo): “Proponiamo a Confindustria di fare un accordo: se ci sono aziende che licenziano devono prima utilizzare le 12 settimane di cig ordinaria. Il confronto con le altre parti sociali cammina: gli artigiani e Confapi stanno ragionando con noi per far arrivare il blocco dei licenziamenti fino a dicembre”.
“Un buon accordo stasera. La concertazione fa sempre fare passi avanti e aiuta imprese e lavoratori. Ne eravamo convinti, lo auspicavamo fortemente e l’accordo di stasera lo conferma. Sindacati, imprese e governo hanno stasera dato un bel segnale al Paese. Bene”, ha scritto su Twitter il segretario del Partito democratico, Enrico Letta.
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