(Ansa) – Da Herat nell’ovest a Ghazni, nell’est, passando per Kandahar e Laskar Gah, uno dopo l’altro i capoluoghi di provincia afghani cadono nelle mani dei Talebani, che si stanno rimpadronendo con sorprendente velocità del Paese. L’avanzata ricorda quella che li vide protagonisti alla metà degli anni Novanta, quando arrivarono ad instaurare il Califfato guidato dal Mullah Omar.
Le loro forze sono ormai arrivate a150 chilometri dalla capitale Kabul, verso la quale fuggono migliaia di civili in condizioni disperate. La caduta della capitale sembra essere ormai solo questione di tempo, e la misura del dramma è data dalla proposta avanzata dal governo agli insorti di una condivisione del potere in cambio della fine delle ostilità.
La Germania e gli Usa hanno invitato i propri cittadini a lasciare la città e Washington, esprimendo “grave preoccupazione”, ha annunciato che invierà forze militari per evacuare parte del personale dell’ambasciata. La rappresentanza diplomatica rimarrà tuttavia aperta, con lo staff ridotto all’indispensabile, mentre si valuta un suo spostamento nell’area dell’aeroporto.
Gli Stati Uniti, di fronte alla sempre più rapida offensiva dei talebani, potrebbero presto spostare la loro ambasciata a Kabul nell’area dell’aeroporto della capitale afghana. Lo riporta la Cnn.
Il Pentagono invierà circa 3.000 soldati per proteggere l’evacuazione del personale diplomatico e non che rientrerà negli Usa. Lo ha detto il portavoce del Dipartimento della difesa John Kirby.
A Kabul, riferiscono all’ANSA fonti locali, la situazione è calma, ma cresce la paura per l’avvicinarsi dei jihadisti. mentre la città si sta riempiendo di sfollati fuggiti dalle aree dove infuriano i combattimenti. In meno di una settimana i Talebani si sono impadroniti di un terzo dei capoluoghi di provincia, mentre a causa della recrudescenza dei combattimenti a partire da maggio, in seguito al ritiro delle forze Usa e Nato, quasi 400.000 persone hanno dovuto lasciare le loro case. Ghazni, la città più vicina alla capitale conquistata dai jihadisti, è stata consegnata in cambio di un lasciapassare dal governatore, Mohammad Davud Laghmani, che poi è stato intercettato e arrestato dalle forze governative mentre fuggiva. “Non accetteremo una presa del potere violenta o con la forza da parte di nuovi regimi”, ha affermato Sequi. Cioè del Califfato abbattuto dall’intervento anglo-americano del 2001. Ma una fonte del governo citata dall’agenzia Afp ha detto che, tramite la mediazione del Qatar, Kabul ha sottoposto ai Talebani la proposta “di condividere il potere in cambio della fine della violenza nel Paese”.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sentito telefonicamente il presidente del Consiglio Mario Draghi, nella tarda serata di ieri, per fare il punto sulla situazione in Afghanistan alla luce degli ultimi sviluppi dopo l’avanzata dei talebani. Durante il colloquio è stata ribadita la necessità di procedere con la massima attenzione per mettere in sicurezza anche il personale dell’ambasciata italiana a Kabul.
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