Si chiama Claudio Cesaris (foto a destra), ex tecnico dell’Università di Pavia, 71 anni, ma abitante a San Martino in Cimino (Viterbo) l’uomo che ha ammesso di aver ucciso tre giorni fa il biologo Dario Angeletti (foto a sinistra) nelle Saline di Tarquinia, trovato privo di vita nella sua auto con un colpo di pistola alla testa. L’avvocato Andrea Fabbio, legale di Cesaris, sostiene che i due non si conoscevano e che l’incontro alle Saline è stato casuale, non c’era premeditazione. Addirittura avrebbe saputo il suo nome e che cosa faceva dopo che era uscita la notizia. “Si sono trovati per caso nello stesso posto, che il mio assistito frequentava spesso dato che è un ex biologo”, ha detto il legale a Fanpage. “Si sono incontrati alle Saline e hanno cominciato a discutere riguardo a questa donna, con cui Cesaris in passato aveva avuto una relazione. Adesso è psicologicamente provato, si è reso conto del gesto impulsivo che ha fatto”. In realtà l’omicida era stato amico di una donna che – secondo lui, ma non vi è nulla di certo – aveva stratto un rapporto di amicizia con il professore Angeletti.
Il biologo marino e professore associato all’università di Viterbo, Dario Angeletti, era stato trovato cadavere il 7 dicembre nel parcheggio sterrato nei pressi delle Saline di Tarquinia, vicino Roma, con un colpo di arma da fuoco alla nuca. I carabinieri di Viterbo, che hanno condotto le indagini con il coordinamento della Procura di Civitavecchia, avevano intuito che l’omicidio era maturato nella cerchia delle conoscenze personali e non lavorative del professore. Una svolta nelle indagini , avevano affermato, potrebbe venire dalle immagini di una telecamera di videosorveglianza che da lontano inquadrano il parcheggio dove Angeletti è stato trovato.
Da quando è scattato l’allarme dopo la scoperta del corpo nell’auto, si sono succeduti gli interrogatori di conoscenti, familiari e anche di eventuali testimoni. Le indagini si erano concentrate in particolare su una telecamera situata nei pressi del piazzale in cui è stata trovata la macchina di Angeletti. A terra gli investigatori hanno trovato segni di frenata della macchina della vittima. L’uomo era insanguinato, seduto al posto del guidatore con la cintura di sicurezza allacciata. A dare l’allarme è stato un passante. Accertamenti dei carabinieri si erano concentrati anche sul cellulare del ricercatore per risalire agli ultimi suoi contatti.
Angeletti, figlio di un medico di Tarquinia, era sposato ed aveva due figli. Era molto conosciuto e stimato nella cittadina della Tuscia dove viveva e lavorava. Dal 2010 insegnava ecologia applicata e tutela dell’ambiente marino al polo universitario di Civitavecchia. Il suo lavoro si svolgeva anche nel laboratorio di ecologia e centro ittiogenico sperimentale alle Saline di Tarquinia, a poca distanza dal posto dove il suo corpo è stato trovato nell’auto.
Il sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi, in un post su facebook aveva scritto che “la città da alcune ore sta vivendo uno dei suoi momenti umani più bui”, aggiungendo che in segno di lutto “saranno sospese le celebrazioni dell’accensione delle luminarie, lasciando spazio alla preghiera e alla riflessione”. –
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