Luigi Di Maio si è dimesso dal Comitato di garanzia del Movimento 5 Stelle. L’annuncio è arrivato con una lettera inviata al presidente del Movimento Giuseppe Conte e al garante Beppe Grillo. “Ho preso questa decisione perché voglio continuare a dare il mio contributo, portando avanti idee e proposte. Voglio dare il mio contributo sui contenuti, voglio continuare a fare in modo che si generi un dibattito positivo e franco all’interno della nostra comunità. Un confronto che ci permetta davvero di rilanciare il nuovo corso del Movimento 5 Stelle. Se rimaniamo uniti, con le idee di tutti, torneremo a essere determinanti. Grazie a tutti per l’affetto e viva il Movimento“.
La lettera di Di Maio così prosegue: “Penso che all’interno di una forza politica sia fondamentale dialogare, confrontarsi e ascoltare tutte le voci. Tutte le anime, anche chi la pensa in maniera diversa, devono avere spazio e la possibilità di esprimere le proprie idee. Continuo a pensare che sia fondamentale confrontarsi dentro il Movimento, perché il Movimento è casa nostra, ed è fondamentale ascoltare le tante voci esistenti, e mai reprimerle. Io sarò tra le voci che sono pronte a sostenere il nuovo corso, mantenendo la libertà di alzare la mano e dire cosa non va bene e cosa andrebbe migliorato“.
La replica di Beppe Grillo sul suo blog: “Questa nostra rivoluzione democratica è oggi chiamata a passare dai suoi ardori giovanili alla sua maturità, senza rinnegare le sue radici ma individuando percorsi più strutturati per realizzarne il disegno. La nostra visione del mondo è sempre la stessa: vogliamo costruire un futuro più sostenibile, equo, partecipato, accessibile e digitale. Cinque stelle polari che ricordano le cinque parole chiave delle proposte di Italo Calvino per il nuovo millennio, che vorremmo. Fra le Cinque stelle polari “che vorremmo oggi realizzare con indicazioni concrete e strutturate” c’è l’obiettivo di “estendere la partecipazione dei cittadini alle decisioni e alla crescita della società civile. E tra queste estensione dei referendum consultivi, per esempio come avviene in Svizzera da decenni. Rotazione o limiti alla durata delle cariche, anche per favorire una visione della politica come vocazione e non come professione. Coinvolgimento dei percettori di ammortizzatori sociali in attività di utilità sociale”.
Ora di attende un intervento di Conte. Per ora, da ciò che dicono vari esponenti del M5s, chiede che Di Maio chiarisca la sua posizione, argomentandola, non lanciando oscuri apprezzamenti sui “leader” durante le trattative per la scelta del presidente della Repubblica.
Sull’argomento vi rinviamo all’articolo di fondo del direttore del “Fatto quotidiano“, Marco Travaglio, pubblicato con il titolo “Luigi Di Mario“, che potrete leggere anche nella nostra rubrica “Verba volant“, richiamata nella home page.
(Nella foto Conte, Grillo e Di Maio pochi mesi fa, quando Conte fu invitato a diventare il capo politico del M5s)
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