Campionato: ultimi 180 minuti. Per la 37° giornata, la penultima stagionale, le tv ci risparmiano lo “spezzatino”: stavolta si chiude domenica sera, niente code del lunedi. Apre le danze l’Inter che al Meazza batte 2-1 l’Empoli nel primo anticipo del sabato e blinda il quarto posto. Fallito l’obiettivo gradino più basso del podio, i nerazzurri si consolano con un piazzamento che porta direttamente ai gironi di Europa League. E’ già qualcosa il ritorno nelle Coppe Europee dopo un anno di digiuno totale. Come è nel dna della “pazza Inter” non manca proprio nulla nell’ultima gara dell’anno giocata a San Siro dai ragazzi di Roberto Mancini. Patemi compresi. Sul taccuino così annotiamo: un Empoli già salvo ma bello da far paura e vicino al 2-2 all’ultimo respiro, un plateale diverbio tra il “Mancio” e Juan Jesus dopo il momentaneo pari dei toscani, l’infortunio a Icardi autore del gol del vantaggio, l’ennesima prova brillante di Perisic (a parte un retropassaggio da brividi che oltre il 90′ poteva costare caro) e una compagine interista che crea, spreca molto ma finalizza quanto basta per raggiungere aritmeticamente il minimo sindacale, il quarto posto appunto. Frustrate le residue speranze della Fiorentina che domani ospita il Palermo.
La partita: partenza sprint per l’Inter. Il vantaggio nerazzurro arriva dopo 12′ di buona (e confortante) fase offensiva da parte dei padroni di casa: è Perisic, giocatore di categoria assoluta seppur discontinuo come tutti gli slavi, che scatta da sinistra e piega verso il centro appoggiando in mezzo all’area per Icardi e il sedicesimo centro in campionato del capitano nerazzurro è servito (foto Ansa-Gazzetta dello Sport). Agganciati Bacca e Dybala al secondo posto della classifica cannonieri dominata da super Higuain (32 reti, cioè il doppio degli immediati inseguitori). Nel frattempo, si registra la settima panchina consecutiva di Eder (entrerà al 18′ del secondo tempo). In mezzo al campo inoltre è notevole il lavoro di Brozovic: da pedina larga a destra si fa tutto il campo, corre e non esiste piastrella del terreno di gioco che lui non tocchi, da una parte e dall’altra. Davanti alla difesa riappare Felipe Melo, che prima della gara aveva smentito le voci di una sua possibile partenza a fine stagione dicendo: “Io non mi muovo da qui, l’anno prossimo punteremo allo scudetto”.
Acuto Empoli, raddoppio nerazzurro. Al minuto 37, un Empoli che gioca fluido e senza complessi va in gol: Maccarone a sinistra viene guardato da Miranda, palla dolce in mezzo per Pucciarelli che (in perfetta posizione d’attesa) brucia per il suo sesto gol stagionale Juan Jesus, colpevolemente inchiodato. E’ a quel punto che (raccontano da bordocampo) fra Mancini e Juan Jesus esplode un diverbio piuttosto acceso: il tecnico avrebbe redarguito il brasiliano perché colpevole sull’1-1, JJ avrebbe risposto per le rime e a quel punto solo l’intervento di Felipe Melo sarebbe riuscito a calmare gli animi. Immediata la replica interista: Perisic è al limite dell’area dopo una palla buttata da Zielinski, il croato finta il tiro, serve Jovetic che prova, Pelagotti respinge ma riappare Perisic che firma il suo settimo gol in A. Un Perisic letteralmente superlativo.
Ripresa senza reti. Si fa male Icardi. Nagatomo subito ammonito a inizio secondo tempo ma anche protagonista di una volata sulla sinistra che mette in difficoltà la retroguardia dell’Empoli. I toscani, però, lavorano con la testa serena e macinano gioco sciolto senza alcuna paura: al minuto 17 un traversone da destra porta a un contatto Miranda-Maccarone con quest’ultimo che finisce a terra. Per l’arbitro Di Bello non è rigore. Poi, entra Eder per Jovetic e dieci secondi dopo (nel rincorrere un pallone) Icardi si fa male: distrazione muscolare ai flessori della coscia destra. Entra Biabiany. L’Empoli invece mette Croce al posto di Buchel e continua a macinare il proprio gioco fatto di idee e organizzazione. L’Inter soffre, va avanti a strappi, Mancini si arrabbia ancora a bordocampo agitando un foglietto, forse un “pizzino” non trasmesso nella maniera opportuna. Sulla panchina degli ospiti, il bravo mister Giampaolo cambia altri due uomini. Handanovic si prende il giallo per perdita di tempo e salterà l’ultima di campionato perché diffidato. Oggi però la sola cosa che conta in casa nerazzurra è che dopo 4 minuti di recupero e un grande spavento negli ultimi secondi di gioco, l’Inter è ufficialmente quarta in classifica. Un piazzamento che non basterà a ripianare i tanti debiti del club meneghino, l’Europa League non è la Champions; Thohir quindi resta a caccia di soci cinesi affidabili, come Berlusconi sulla sponda rossonera del Naviglio.
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