di SERGIO TRASATTI/ L’invasione russa in Ucraina assume proporzioni sempre più tragiche. La città di Kiev è sotto assedio, con i paracadutisti di Mosca nell’area dell’aeroporto, mentre i blindati ucraini sono entrati nella capitale per difenderla e si preparano a resistere. Intanto il presidente russo Vladimir Putin chiede all’esercito ucraino di prendere il potere a Kiev e di rimuovere il presidente Zelensky. Per il leader del Cremlino inoltre: “Le autorità di Kiev sono una banda di drogati”. Mentre il ministro degli esteri russo Lavrov minaccia: “Ci vendicheremo delle sanzioni dell’Occidente”.
Si moltiplicano i combattimenti e i bombardamenti: 13 soldati ucraini trucidati. Cinque esplosioni si sono verificate, a un intervallo di 3-5 minuti, vicino alla centrale elettrica CHP-6. La centrale si trova a 14 chilometri dal centro della capitale ucraina. “Nave da guerra russa, vai a farti fottere”, è questa invece la risposta data dai 13 militari ucraini che difendevano l’avamposto sulla piccola isola del Mar Nero chiamata Zmeiny. I russi a bordo di un incrociatore gli avevano intimato di arrendersi e dopo questa risposta hanno aperto il fuoco uccidendoli tutti. L’audio tra i militari è stato diffuso sui social e ha trasformato i 13 soldati ucraini in eroi nazionali.
Emergenza profughi. Man mano che le truppe russe avanzano in Ucraina, a decine di migliaia abbandonano le loro case e premono sul confine orientale dell’Ue. Dall’inizio del conflitto ci sarebbero già 50mila profughi. A lanciare l’allarme è l’Onu secondo il quale se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente, c’è il forte rischio di una diaspora che potrebbe coinvolgere fino a cinque milioni di persone. Pertanto, a Bruxelles, e a Washington, si lavora a un piano per gestire l’emergenza.
Il papa lavora per la pace. Francesco si è recato all’ambasciata russa presso la Santa sede, in via della Conciliazione a Roma, per manifestare la sua preoccupazione per quanto sta avvenendo in Ucraina. Si è trattenuto poco più di mezz’ora. E’ invece saltata per motivi di salute di Bergoglio la visita a Firenze del Pontefice, il quale, come si legge nel comunicato del Vaticano: “Non potrà nemmeno presiedere le celebrazioni del Mercoledì delle Ceneri in programma il 2 marzo”.
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