di SERGIO TRASATTI/ Il Parlamento europeo ha approvato il rapporto in cui l’Ungheria di Orban viene definita una minaccia sistemica ai valori fondanti dell’Ue. Il documento bolla anche Budapest come una autocrazia elettorale e chiede l’intervento della Commissione e del Consiglio perché attivino tutte le misure previste dall’articolo 7 dei trattati europei. Secondo i deputati, qualsiasi ulteriore ritardo equivarrebbe a una violazione del principio dello Stato di diritto da parte del Consiglio stesso. La replica dell’Ungheria: “Il voto del Parlamento Ue è un insulto”. Così il ministro degli Esteri di Budapest, Peter Szijjarto.
Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro il rapporto. I gruppi ID ed ECR, che raggruppano gli europarlamentari di Lega e Fratelli d’Italia, hanno votato no in blocco. Il rapporto, approvato con 433 voti a favore e 123 contrari, sottolinea: “L’articolo 7, paragrafo 1, non richiede l’unanimità degli Stati membri per identificare un chiaro rischio di grave violazione dei valori Ue né per formulare raccomandazioni e scadenze precise”.
Fatti pregressi. Nel 2018, il Parlamento Europeo aveva adottato una relazione per delineare 12 aree di preoccupazione e avviare la procedura di attivazione dell’articolo 7 del Trattato sull’Unione europea per determinare l’esistenza di un chiaro rischio di grave violazione dei valori dell’Ue in Ungheria. “Le conclusioni di questa relazione sono chiare e irrevocabili: l’Ungheria non è una democrazia”, dichiara la relatrice Gwendoline Delbos-Corfield (Verdi/ALE).
La posizione degli Stati Uniti. “L’Ungheria è un Paese partner e un alleato della Nato”, ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price, in un punto con la stampa, commentando la condanna di Budapest da parte dell’Eurocamera, poi ha aggiunto: “Le alleanze si basano anche sui valori comuni e sono quelli che gli Stati Uniti vogliono sempre vedere rispettati”.
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