di MARCO VALERIO/ La rottura dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 e la conseguente fuga di gas, ha portato il livello di metano su Svezia e Norvegia a livelli record. Lo fanno sapere i media dei due Paesi scandinavi che parlano di “grande nube”. Infatti, secondo una simulazione pubblicata dall’Istituto di ricerca norvegese Nilu, il metano rilasciato dalle falle con il vento si è spostato su diverse regioni svedesi e norvegesi, raggiungendo addirittura la Gran Bretagna. Le stime parlano di quasi 80mila tonnellate di metano già fuoriuscite dai tubi danneggiati.
Le ultime indicazioni degli esperti. Si apprende che il gas si sta muovendo verso nord e potrebbe arrivare sopra le isole Svalbard in un paio di giorni. L’elevata concentrazione di metano comunque non rappresenta un grave pericolo per le persone e gli stessi esperti sottolineano: “Non è pericoloso per l’uomo. Non è un gas infiammabile in queste quantità. È l’effetto climatico di cui invece stiamo parlando e che preoccupa”.
Nube anche in Italia, ma nessun pericolo. La coda della nube di metano non è solo diretta verso nord, ma essendosi divisa in due parti dovrebbe arrivare anche sul nostro Paese. Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr, dice però che non c’è alcun pericolo di inquinamento e nemmeno per la salute dei cittadini, dato che la nube si è molto diluita nell’atmosfera. Inoltre, come detto, il metano è un gas climalterante, cioè incide sul riscaldamento globale, non inquinante.
La Norvegia accetta gli aiuti militari degli alleati per la sicurezza dei suoi gasdotti. Lo annuncia il primo ministro Jonas Gahr Store dicendo: “Stiamo discutendo con i nostri alleati per aumentare la presenza militare nelle acque norvegesi”. Dopo il recente sabotaggio, infatti, Oslo teme attacchi contro le proprie infrastrutture energetiche.
Danimarca e Svezia scrivono al Consiglio di sicurezza dell’Onu. I governi di Copenaghen e Stoccolma hanno inviato una lettera congiunta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in cui esprimono preoccupazione per le potenziali conseguenze delle fuoriuscite di gas nel Mar Baltico a livello ambientale e climatico.
Le accuse di Putin. Il presidente russo ha parlato della questione Nord Stream durante la cerimonia per l’annessione dei territori ucraini occupati: “Gli anglosassoni non si sono accontentati delle sanzioni. Sono passati al sabotaggio e hanno organizzato esplosioni contro i gasdotti Nord Stream che corrono lungo il fondo del Mar Baltico. Così hanno effettivamente iniziato a distruggere l’infrastruttura energetica paneuropea”.
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