Si uccide in carcere (72° caso dall’inizio dell’anno) un ragazzo che aveva tentato di rubare un paio di cuffie. E’ il 72° caso dall’inizio dell’anno

Era un ragazzo il detenuto che si è suicidato ieri nel carcere Le Vallette di Torino (foto). Non era italiano. “Era da pochi giorni nel carcere di Torino per aver tentato (senza riuscirvi) di rubare un paio di cuffie”. Lo scrive su Twitter l’associazione Antigone, sottolineando che si tratta del 72esimo caso di suicidio in cella avvenuto dall’inizio del 2022.

Il sindacato di Polizia penitenziaria Sappe riferisce inoltre che il detenuto trovato impiccato nella sua cella a “Le Vallette” era un giovane africano arrestato mercoledì scorso. “Abbiamo sempre detto che la morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato”, commenta Donato Capece, segretario del sindacato Sappe, che rivolge un appello al nuovo Guardasigilli, Carlo Nordio: “Fino ad ora i vertici del ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria non sono stati in grado di trovare soluzioni alla gravissima situazione delle carceri italiane e alla tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria. Chiedo al neo ministro della Giustizia un netto cambio di passo sulle politiche penitenziarie del Paese”.

L’allarme del Garante. 72 suicidi in carcere dall’inizio di quest’anno: un numero che non era stato più stato raggiunto dal 2009, ossia da prima della sentenza Torreggiani, con cui, nel 2013, la Corte di Strasburgo condannò l’Italia per la violazione della Convenzione europea dei diritti umani in relazione a “trattamenti degradanti” nei penitenziari. Un dato, quello dei suicidi in cella nel 2022, “che è ancor più allarmante rispetto al 2009”, osserva il Garante nazionale delle persone private della libertà personale, Mauro Palma. Nel 2009, infatti, la popolazione carceraria raggiungeva le 61mila unità, mentre oggi i detenuti sono circa 55.300. Inoltre, il numero di 72 casi fu quello complessivo raggiunto alla fine del 2009, mentre quest’anno rischia di essere superato.

Lo sconforto del sindaco di Torino. “È una tragedia umana e sociale”. Così il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, a proposito del suicidio del giovane detenuto avvenuto nel carcere del capoluogo piemontese: “Ogni vita persa durante la custodia dello Stato – continua – ci impone una riflessione seria e approfondita sul sistema penitenziario. Da più parti vengono sollevate criticità del carcere, a partire dalla Garante dei detenuti della Città di Torino. Oggi siamo al 72esimo suicidio in cella, una realtà che non possiamo ignorare, che il Paese deve affrontare”. “Servono strutture migliori, organizzazione degli spazi idonei per una giusta detenzione. Non esiste giustizia senza un sistema penitenziario rispettoso della certezza della pena, ma anche che non rinunci alla riabilitazione sociale del detenuto” conclude Lo Russo.

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