In Ucraina le truppe russe hanno completato lo sgombero della città di Kherson, come segnale di disponibilità ad una trattativa, e contemporaneamente l’esercito ucraino è entrato nella città di Kherson riprendendone possesso accolto da manifestazioni di giubilo dei cittadini, anche se da Mosca si continua a sostenere che questa provincia deve comunque essere considerata favorevole all’appartenenza alla Russia in applicazione dell’esito del referendum-farsa svoltosi un mese fa. In sostanza invece, secondo gli osservatori politici, il ritiro delle truppe russe deciso da Mosca vuole essere un segnale favorevole al raggiungimento di una trattativa che potrebbe portare alla fine delle ostilità tra i due paesi.
Comunque si può registrare con soddisfazione che questo sarebbe il primo segnale della disponibilità di Mosca ad una trattativa di pace con l’Ucraina, che però il premier ucraino Zelensky insiste nel ribadire non praticabile fino a quando Putin sarà il presidente della Russia. Intanto a Kherson la popolazione ha accolto con grande soddisfazione il ritiro delle truppe russe senza che siano avvenute le paventate vendette dei militari di Mosca.
Zelensky esulta: ‘Kherson è nostra’, ma il conflitto “non finirà finché Putin non lascerà il Paese”, ha detto il presidente americano Joe Biden ai giornalisti prima di salire sull’Air Force One che lo ha portato alla Cop27 a Sharm el Sheikh. L’amministrazione però, secondo il New York Times, è divisa. Parte del governo che vorrebbe premere su Kiev cerchi la via diplomatica per mettere fine alla guerra e altri consiglieri che invece ritengono sia ancora troppo presto. Il capo di stato maggiore congiunto americano Mark Milley si è detto convinto che l’Ucraina abbia fatto sul terreno il possibile prima dall’inverno e dovrebbe ora cercare di cementare l’avanzata al tavolo dei negoziati. Altri funzionari invece ritengono che né Kiev né Mosca siano pronte a trattare: una pausa nei combattimenti, a loro avviso, consentirebbe solo a Mosca di riorganizzarsi.
Il fronte nella regione
Il ritiro russo è una “importante vittoria” dell’Ucraina. A dirlo in un tweet è il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba. “‘La Russia è qui per sempre’, diceva un poster a Bilozerka vicino a Kherson. Beh, non proprio! A tutti nel mondo, compreso l’Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) dove mi trovo attualmente: l’Ucraina sta ottenendo un’altra importante vittoria in questo momento e dimostra che qualunque cosa la Russia dica o faccia, l’Ucraina vincerà”. Insieme al tweet, Kuleba ha pubblicato un video che mostra alcuni civili mentre rimuovono il poster citato nel suo messaggio, che raffigura una bambina con la bandiera di Mosca.
Le truppe di Mosca hanno completato trasferimento sulla riva sinistra del Dnepr, con oltre 30 mila soldati e 5 mila mezzi militari e armamenti. Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Mosca citato dalla Tass. “Durante il trasferimento sulla riva sinistra del Dnipro, non è stato lasciato un solo pezzo di equipaggiamento militare né un’arma sulla riva destra, tutto il personale militare russo ha attraversato” il fiume, “non sono state consentite perdite di personale, armi, equipaggiamento e materiale del gruppo russo”, sostiene il ministero della Difesa di Mosca, secondo il quale il ritiro da Kherson sarebbe stato completato alle 5 del mattino.
La regione di Kherson rimarrà parte della Russia, nonostante la ritirata delle truppe di Mosca dalla città. “Non ci sono e non ci possono essere cambiamenti” su questo, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Il ritiro russo da Kherson è una “importante vittoria” dell’Ucraina. A dirlo in un tweet è il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba.
La Russia oggi ha bombardato il distretto di Beryslav nella regione di Kherson con l’artiglieria pesante, e ci sono delle vittime. A riferirlo è la polizia regionale, citata da Ukrinform: “Il nemico ha bombardato il distretto di Beryslav con l’artiglieria pesante. Villaggi pacifici sono finiti sotto il fuoco nemico. Ci sono vittime” ed “edifici residenziali danneggiati” insieme a veicoli, negozi e altre strutture, ha riferito la polizia. Nell’attacco è stato distrutto anche un deposito di grano. Secondo quanto riferito, l’esercito russo ha inoltre colpito due volte il villaggio di Novooleksandrivka, nel Donbass, con i mortai, danneggiando case private, un asilo e un liceo, senza provocare vittime.
Scambi di prigionieri
Il capo dell’ufficio presidenziale di Kiev, Andriy Yermak, ha dichiarato che c’è stato uno scambio di prigionieri con la controparte, in seguito al quale 45 militari ucraini sono stati rilasciati. Lo riportano il Kyiv Independent e l’agenzia Interfax.
Ma continua il braccio di ferro: al Consiglio Affari Esteri e Difesa della prossima settimana verranno stanziati 16 milioni di euro per l’equipaggiamento necessario ad addestrare i 15mila soldati ucraini che prenderanno parte alla missione di addestramento decisa dall’Ue e che partirà a breve. La missione durerà due anni e avrà un budget di 160 milioni di euro. Gli uomini saranno formati “entro la prossima primavera” e, a quanto si apprende, non si escludono altri round. L’Olanda invierà tra i 50 e i 100 istruttori.
Insomma, si ricomincia sempre daccapo….
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