di RAFFAELE CICCARELLI*/ Se il neofita, o lo studioso interessato, volesse capire l’essenza del calcio, nelle partite di questi quarti di finale di Qatar 2022 avrebbe trovato molti se non infiniti spunti. Un vero coacervo di emozioni è scaturito da incroci che già in sede di presentazione avevamo pronosticato come incerti, il campo ci ha dato ragione, regalandoci partite equilibrate, incerte, ricche di colpi di scena, capovolgimenti di risultati. Per districarci, e cercare di capire tutto questo, conviene seguire l’ordine con cui si sono disputate le partite, ma anche così si parte con il botto, perché nel primo match la Croazia ha eliminato il favorito Brasile.
Psicodramma brasiliano. Ancora una volta, come ormai capita dall’ultima vittoria nel 2002, una intera nazione calcistica ha condiviso le lacrime di dolore sparse da Neymar e compagni sul campo, purtroppo per loro i verdeoro sono mancati nel momento più importante, quando si trattava di controllare quegli ultimi tre minuti del secondo tempo di quei supplementari cui pure i croati erano riusciti a trascinarli, incapaci di gestire il vantaggio che lo stesso Neymar era riuscito a trovare poco prima. Ai tiri di rigore si è, infine, compiuto il dramma ormai annunciato, la squadra di Tite paga una formula in certi casi ingiusta e anche crudele, perché l’eliminazione diretta e la soluzione dei rigori non sempre, o forse quasi mai, premia i migliori, confermando che in queste situazioni, quando si deve solo vincere, diventa difficile coniugare bel gioco e risultato.
Tiri di rigore che premiano, invece, l’Argentina e Leo Messi. Quella contro l’Olanda è stata una gara che ha racchiuso tutto l’arcobaleno di emozioni che può regalare questo sport: il doppio vantaggio argentino, la rimonta all’ultimo respiro olandese, i supplementari e infine i rigori. Qui ha prevalso la storia, quasi sempre è passata l’Argentina, quasi mai l’Olanda, e questo è stato rispettato. Si può poi opinare sul modo in cui i sudamericani hanno cercato la vittoria, molto sopra le righe come non si era visto in questo mondiale, un calcio rissoso da “brutti, sporchi e cattivi” in cui loro sono maestri, ma questo è comunque un lato, seppur discutibile, del loro modo di intendere il calcio.
Questo mondiale è storico per tanti versi, ma nella storia ci entra di diritto il Marocco, perché dopo ventidue edizioni è la prima nazionale africana ad arrivare tra le prime quattro del mondo. Non sappiamo quale sarà l’esito finale, abbiamo già scritto di questa squadra, probabilmente la più europea delle stesse europee, a noi ricorda tanto il cammino vincente dell’Italia al mondiale del 2006, soprattutto nell’imbattibilità che continua a caratterizzare la squadra di Walid Regragui, rivelatosi stratega vincente alla guida di un manipolo di uomini che sono un blocco unico teso alla conquista del risultato. Lacrime per CR7. Esce il Portogallo, incapace di superare l’ossessiva fase difensiva degli africani, tramonta definitivamente l’era di Cristiano Ronaldo, incapace lui, come tutti i suoi compagni, di superare Yassine Bounou, di gran lunga il miglior portiere della competizione.
Acuto Bleus. L’ultima sfida, quella tra Francia e Inghilterra, era già intrisa di storia extra calcistica di suo, in campo ne è scaturita una gara equilibrata, con una maggiore prevalenza britannica, ma letali folate transalpine, che sono state sufficienti a vincere. Meno brillante del solito Kylian Mbappè, ma Olivier Giroud con il suo gol decisivo, insieme al rigore fallito da Harry Kane, sono stati sufficienti alla nazionale di Didier Deschamps per entrare nel novero delle “magnifiche quattro”. Un risultato invero poco sorprendente, perché il talento e la giovinezza dei francesi facevano supporre questa possibilità, ancora frustrate le ambizioni dei sudditi di Sua Maestà che, pur con la spocchia da”maestri” che li contraddistingue, proprio non riescono a salire l’empireo mondiale. Ora ci aspettano due semifinali dove sicuramente vedremo un calcio più duro, tra Argentina e Croazia, e uno più tecnico, tra Francia e Marocco. Uscito il Portogallo, non potendo fare il tifo per i nostri colori, molto ci aspettiamo dal Marocco, per vedere, finalmente, il calcio africano trionfare.
*Storico dello sport
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