Giorgio Airaudo, parlamentare di Sel e dirigente della Fiom, intervistato da Radio Cusano Campus, ha detto: «Renzi mi ha chiamato compagno Airaudo? Mi sembra che si stia allargando. Lui recita molto, tende ad esagerare. Non so se prova affetto nei miei confronti, ma non l’ha dimostrato, soprattutto nei confronti dei lavoratori. Lui da sindaco di Firenze diceva che stava con Marchionne senza se e senza ma. I lavoratori erano stati lasciati soli, gli si diceva che dovevano garantire gli investimenti, quindi arrendersi al più forte. La cassa integrazione se la sono fatta i lavoratori. A Torino ci sono aziende dell’indotto che hanno chiuso, c’è chi ha perso il posto di lavoro. Il prezzo fatto pagare ai lavoratori dalla politica è troppo alto. Credo si poteva strappare a Marchionne qualcosa in più, Renzi non l’ha fatto. Obama ha usato i soldi delle tasse degli americani per chiedere alla Fiat di prendersi la Chrysler e poi ha chiesto alla Fiat di restituire i soldi al governo americano. Renzi non l’ha chiesto, si fa bello coi sacrifici dei lavoratori, cui ha tolto l’articolo 18 e ha dato i voucher. Le persone non si fanno ingannare. Lui ha parlato da un teatro, può provare ad andare a Mirafiori e vediamo come lo accolgono. Per adesso ha parlato della Fiat a Detroit con Marchionne. Renzi ha detto che è la sinistra che vince. Ma si può vincere stando coi più forti oppure vincere facendo diventare i deboli più forti. Io voglio vincere per la mia gente, per ridare sicurezza e certezza nel futuro ai lavoratori, per fare in modo che ci sia più giustizia sociale. La sua sinistra per vincere si mette d’accordo con l’arbitro e trucca la partita, si mette d’accordo con Marchionne e dice ai lavoratori di pagare il conto è come la pubblicità ti piace vincere facile. Noi siamo diventati una provincia, siamo periferici, celebriamo il successo della piccola Jeep a Menphis. Torino e provincia c’è qualcuno che sta bene, c’è una Torino grande, ma non grande per tutti. Per la divisione sociale basta e avanza la destra, la sinistra dovrebbe distinguersi per cancellare le diseguaglianze. Nella mia città sono stati lasciati indietro in molti».
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