Un urlo strozzato in gola per 40 anni che esplode sulla sirena di gara-6, quella che regala il secondo titolo della loro storia ai Golden State Warriors (dopo quello firmato Rick Barry del 1975), capaci di resistere all’ultimo estremo sforzo di una commovente Cleveland, arrivata davvero senza energie all’ultimo sprint con LeBron che ha chiuso con 32 punti ma con 13/33, 18 rimbalzi e 9 assist e che di più non poteva fare. Sbancando la Q Arena (95-107) con un Andre Iguodala stellare (25 punti, 5 rimbalzi e 5 assist), un Draymond Green da tripla doppia (16, 11 e 10), uno Steph Curry letale quando è servito, e un Festus Ezeli sorprendente, i californiani hanno alzato il Larry O’Brien Trophy, mandando in estasi i 20.000 radunatisi alla Oracle per assistere alla sfida sul maxischermo, mentre l’arena di Cleveland si svuotava tristemente solo nei secondi conclusivi che certificavano l’ennesima delusione di una città sportivamente dannata. Il trionfo dei californiani premia la squadra che ha dominato la stagione (67 vittorie in regular season, neppure una gara-7 nei playoff), mentre ai Cavs (condannati dalle 19 perse, i 12 liberi sbagliati e il 6/26 da tre) resta il rimpianto di non aver potuto giocarsela alla pari con le assenze di Irving e Love.
La partita. Inizio contratto da parte di entrambe le squadre, coi Warriors che sbagliano tiri aperti e i Cavs che invece faticano ad arrivare alla conclusione con due violazioni di 24” e hanno 5 perse con 6 tiri al 1° timeout dopo 6’30” (8-8). La scelta di Blatt di insistere con Mozgov non paga: Iguodala trova spazi enormi e in un amen arriva a 7 punti firmando il break esterno (15-23 a -1’42”). Dopo un quarto, Golden State (11 assist su 12 canestri, parziale di 26-8) è già a +13 (15-28) con 9 perse dei Cavs e 3 errori al ferro di James. I Cavs rientrano con un 6-0 (3 liberi di Jones e tripla siderale del Prescelto), toccando il -6 (26-32) coi californiani che aprono 3/14 su azione, ma con Barnes da tre restano sopra (29-37 a -5’). Mozgov inizia a farsi sentire in area contro il quintetto piccolo di Kerr (3 stoppate, 9 rimbalzi). Il 6/22 dei Warriors nel 2° quarto e il 3° fallo di Iguodala riaprono il match e si va al riposo sul 43-45 con 15 (11 nel 2°) e 8 di LeBron e 11 con 5 assist di Curry e i Cavs che dominano a rimbalzo (29-16). Ben 19 dei 45 punti di Golden State sono arrivati dalle 13 perse da Cleveland.
Il gran finale. I Cavs mettono la testa avanti ma incassano subito un 8-0 con triple di Barnes e Green (47-53 a -8’). Le energie dei padroni di casa sembrano venir meno ancora una volta (siamo a 17 perse) e Golden State torna a +10 (51-61 a -5’) col solito Iguodala (arrivato a quota 17). Ma è Festus Ezeli a spaccare in due la partita con un 6-0 tutto suo che vale il 57-69 a -2’37”. Quando toccano il +15 i Warriors sono 57-0 in stagione: e il +15 arriva sul 58-73 con Green. Mozgov fissa il 61-73 a fine 3° periodo. Sembra fatta ma i Cavs (che hanno 22/33 dalla lunetta), con un James che trova non si sa dove forze residue, tornano a -7 (68-75) a 10’ dalla fine. Ma 4 triple (Curry 2, Iguodala e Thompson) li respingono a -14 (75-89 a -6’30”). L’ennesima tripla di Iggy (77-92) spegne ogni illusione di una gara-7 nonostante qualche brivido di troppo nel finale (97-101 a -37” con due triple di JR Smith) sulla tardiva rimonta dei Cavs. Ma è festa Warriors, come è giusto che fosse: squadra vera, completa e solida. E campione Nba.
Il tabellino con i migliori marcatori:
Cavs: James 32 (18 rimbalzi, 9 assist), Smith 19 (5/8 da 3), Mozgov 17 (12 rimbalzi), T.Thompson (15 e 13 rimbalzi)
Warriors: Iguodala 25, Curry 25 (6 rimbalzi, 8 assist), Green 16.
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