Si è chiuso – per ora – con un finale rocambolesco, ma quasi in stile «operetta», quello che molti organi di informazione (anche italiani, ovviamente) avevano presentato, ancora stamattina, come «il crollo di Putin» per mano del capo dell’esercito di mercenari «Wagner» creato da Yevgeny Prigoshin (detto anche «il cuoco di Putin» per i suoi trascorsi professionali e imprenditoriali).
In realtà la mattina di sabato 24 giugno era accaduto che il Prigoshin aveva sospeso bruscamente il proprio ruolo di fiancheggiatore della «Operazione speciale» (cioè la guerra avviata da Putin il 24 febbraio dell’anno scorso contro l’Ucraina) e – accusando di incapacità il capo dell’esercito russo, Valery Gerasimov, e il ministro della Difesa, Sergej Shoigu – e irritato per la sordità dimostrata da Putin verso la sua richiesta di destituire entrambi – aveva invertito la rotta dirigendosi, alla testa del suo esercito di mercenari, la «Wagner», minacciosamente verso Mosca: una mossa, questa, che aveva indotto non solo gli osservatori ma anche molti governi occidentali (tra cui l’Italia) a parlare di insubordinazione della «Wagner» rispetto al governo russo e verso il presidente Putin e addirittura di guerra civile con l’obiettivo di detronizzare il presidente russo.
Ma, appena poche ore più tardi, quando queste truppe erano risalite verso Mosca e si trovavano a 200 km dalla capitale russa, c’è stato il nuovo colpo di scena: Prigoshin (foto a destra) ha ordinato lo stop ai suoi uomini e il ritorno verso sud, cioè verso il confine con l’Ucraina per continuare nella «missione speciale» di Putin. In realtà che cosa era accaduto? Il dittatore della Bielorussia,Ievtuscenko,era intervenuto, a sostegno di Putin, promettendo a Prigoshin qualcosa che lo ha immediatamente convinto a cambiare di nuovo strategia e ad ordinare alle sue truppe il dietrofront in direzione del confine tra la Russia e l’Ucraina, riprendendo la sua azione a sostegno della «operazione speciale» (cioè la guerra) di Putin contro l’Ucraina.
Che cosa il dittatore della Bielorussia abbia promesso di così convincente al capo dell’esercito di mercenari della «Wagner» ancora non si sa con esattezza; ma sta di fatto che la detronizzazione di Putin non è avvenuta e anzi il capo del Cremlino ha ripreso il suo posto poche ore dopo che molti, nel mondo occidentale, lo avevano dato per detronizzato.
Il capo del Gruppo Wagner ha dunque annunciato di aver dato l’ordine di riportare i convogli alla base e tornare sul campo di battaglia in Ucraina. Prigozhin ha sottolineato che la sua è stata una scelta arrivata per senso di responsabilità e per evitare spargimenti di sangue. Il presidente russo Vladimir Putin ha sentito al telefono Alexander Lukashenko e lo ha ringraziato per il lavoro svolto.
I punti dell’accordo: trovata “un’opzione redditizia e accettabile”
Qualcosa dell’accordo tra Prigozhin a Alexander Lukashenko in queste ore concitate sta cominciando a trapelare. Precisamente, il servizio stampa del presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko ha riferito che Prigozhin avrebbe accettato di fermare l’avanzata delle sue truppe attraverso la Russia negoziando “un’opzione redditizia e accettabile per risolvere la situazione, con garanzie di sicurezza per i combattenti del gruppo”.
Sulle “garanzie”, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov (foto a sinistra), ha riferito che il procedimento penale contro Prigozhin sarà archiviato, e che il futuro del capo della «Wagner» sarà in Bielorussia. Anche se non ha specificato che cosa andrà a fare esattamente Prigozhin nell’ex repubblica sovietica. Le accuse per i soldati mercenari della Wagner invece saranno ritirate “per i meriti acquisiti sul campo di battaglia”.
“Alcuni di loro, se lo desiderano, firmeranno contratti con il Ministero della Difesa”, ha detto ancora Peskov senza fornire ulteriori dettagli.
Per quanto riguarda “l’opzione redditizia e accettabile” al momento attuale, visto il muro di opacità che avvolge tanto il modo russo quanto quello beilorusso, è veramente difficile capire. Sulle “garanzie”, il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov ha riferito che il procedimento penale contro Prigozhin sarà archiviato, e che il futuro del capo Wagner sarà in Bielorussia. Le accuse per i soldati mercenari della Wagner invece saranno ritirate “per i meriti acquisiti sul campo di battaglia”.
“Alcuni di loro, se lo desiderano, firmeranno contratti con il Ministero della Difesa”, ha detto poi Peskov, senza fornire ulteriori dettagli. Il portavoce presidenziale russo ha anche spiegato perché a condurre le trattative con Prigozhin è stato il presidente bielorusso. “Il fatto è che Alexander Grigoryevich conosce personalmente Prigozhin da molto tempo, circa 20 anni, ed è stata una sua proposta personale, che è stata concordata con il Presidente Putin“, ha dichiarato Peskov. .
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