La “banda bassotti” – che si è insediata a Palazzo Chigi dal settembre scorso (grazie ad una maggioranza elettorale conseguita su una partecipazione alle urne che alle ultime elezioni politiche è stata della metà degli aventi diritto al voto) – ha scelto un altro obiettivo per scaricare la sua responsabilità del taglio del reddito di cittadinanza, per ora, a 169mila famiglie povere (alle quali il provvedimento è stato notificato con 4 righe incomprensibili di “avviso” burocratico): l’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, sul cui operato Fratelli d’Italia (il partito della Meloni) chiede che sia nominata… una commissione d’inchiesta.
Una cosa assurda, dal momento che Tridico non ha fatto altro che applicare la legge, approvata dal Parlamento, sul reddito di cittadinanza. E se vi sono stati (come vi sono stati) alcuni casi, evidenziati anche dalla stampa, di acquisizione del “reddito di cittadinanza” da parte di persone che non ne avrebbero avuto diritto, ciò non dipendeva da responsabilità del presidente dell’Inps, ma da mal funzionamento dei controlli fissati dalla legge, che non spettavano al presidente dell’Inps, ma alle figure ispettive espressamente previste dalla legge, evase con trucchi vari da fruitori irregolari del “reddito” (come accade di solito in casi del genere).
L’episodio, comunque, serve a capire quali siano gli aberranti criteri operativi della “banda bassotti” che si è insediata al potere in Italia dopo il voto del settembre 2022.
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