Tempi lunghi per l’uscita della G.B. dall’Europa e ci sono già 2 milioni di “pentiti”

Possibili tempistiche per l'uscita della Gran Bretagna dalla UE (88mm x 130mm)

L’attuazione dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea dopo l’esito del referendum richiede tempi lunghi e operazioni complesse: si calcola che occorreranno un paio d’anni per completarla: più avanti vediamo in dettaglio perché. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, nei giorni precedenti al referendum aveva parlato addirittura di “almeno 7 anni”. I più preoccupati sembrano proprio gli inglesi, oltre agli scozzesi e gli irlandesi, che si sono pronunciati, come i londinesi, contro la Brexit; infatti già due milioni di cittadini britannici hanno dato la loro adesione a un documento che chiede che sia indetto un nuovo referendum per smentire quello del 23 giugno.  Lo shock si spiega anche perché prima del Trattato di Lisbona non era nemmeno prevista la possibilità di uscita dall’Ue, che invece è stata inserita nell’articolo 50 del trattato, finora mai utilizzato.

E vediamo ora nel dettaglio le procedure previste.

Compito del parlamento. Il referendum sulla Brexit non è legalmente vincolante, poiché spetta al parlamento inglese prendere atto del risultato e trarne le conseguenze, ma non esiste alcun automatismo, anche se il premier David Cameron ha già annunciato che il negoziato di uscita sarà guidato da un nuovo leader, dando per scontato che anche il parlamento procederà.

Vertice UE. Martedì e mercoledì prossimi ci saranno due vertici dell’Unione europea: uno a 28 stati (quindi con la presenza di Cameron) e uno a 27, cioè senza la presenza inglese.  Una volta pigiato il ‘bottone rosso’, scatta immediatamente il conto alla rovescia dei due anni massimi previsti per negoziare l’uscita, quindi la richiesta formale della Gran Bretagna all’Ue potrebbe avvenire successivamente, anche dopo l’estate.

“Non ci sarà vuoto legale”. Lo ha assicurato il presidente del parlamento europeo,Tusk, precisando che “fino all’uscita formale della Gran Bretagna la legge Ue resta valida nel Regno Unito, ciò significa diritti e doveri”.

Il negoziato. Una volta attivato  l’articolo 50, comincia il negoziato, verosimilmente gestito dalla Commissione Ue su mandato del Consiglio, per l’uscita della Gran Bretagna da quasi 45 anni di legislazione europea, che si è occupata di tutto, dall’energia al mercato interno, ai servizi finanziari. Nel frattempo, Londra continuerà a essere membro a tutti gli effetti dell’Ue, quindi a votare e prendere decisioni ma sarà esclusa da quelle sulla ‘Brexit’. I parlamentari britannici diventeranno di fatto ‘osservatori’.

Spetterà poi a Consiglio e Parlamento Ue dare o meno l’ok all’accordo per l’exit. Se al termine dei due anni questo non fosse stato raggiunto, la Gran Bretagna cessa di colpo di essere membro, oppure – ma solo su decisione unanime dei 27 – potrà esserle concesso più tempo per chiudere l’intesa.

Tutto dovrà essere rinegoziato per i nuovi rapporti, che potrebbero essere improntati a quelli dei Paesi Efta come Norvegia e Islanda: dagli accordi commerciali ai programmi di ricerca e per le piccole e medie imprese, dall’Erasmus alle norme di conformità dei prodotti. Le discussioni potrebbero andare in parallelo a quelle per l’exit, ma difficilmente si potrebbero chiudere in due anni. Senza contare il ‘phasing out’ dei programmi Ue in corso, e l’annosa questione dei funzionari e dei traduttori britannici Ue.

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