di FEDERICO BETTA – Dopo il debutto a Romaeruopa Festival 2022, è tornato in scena al Teatro Basilica di Roma Vita Amore Morte e Rivoluzione, scritto, diretto e interpretato da Paola Di Mitri.
Partendo dal racconto della propria famiglia, l’autrice, attrice e regista ci offre uno spaccato dell’Italia del Sud, dagli inizi del secolo scorso fino alla prima decade degli anni 2000. I 100 anni di storia intima sono sorretti dallo strettissimo rapporto con la nonna. La vita dell’anziana si intreccia a quella della nipote tra la guerra e il matrimonio, i ricordi di bambina e le imprese commerciali, fino alla serie dei cani da compagnia (tutti chiamati Tex) dando vita a un’educazione sentimentale immersa in ricordi che sfumano i confini, le parole e i sentimenti.
Ma la struttura drammaturgica che sorregge lo spettacolo è l’intreccio di storia privata e storia pubblica: vissuto personale e esperienza collettiva si mescolano in un unico flusso rievocato con delicatezza commovente e dirompente energia. La crescita della famiglia fa da specchio all’educazione politica del padre che vede in Tex non solo un bel fumetto o il nome di un cane amato, ma il simbolo eroico della lotta a ogni sopruso. E lo scavo nella memoria porta a galla, come rinvenuti tra i tesori di un galeone sommerso, la rabbia e le manifestazioni che hanno avvolto la città di Taranto, dove passato e presente si confondono tra i fumi velenosi delle acciaierie Ilva. La ricostruzione umana del lavoro si fa così ricerca politica, e la ferita per i lutti personali diventa una condanna ai responsabili di una strage che ha colpito ogni famiglia della città.
La scena è suddivisa in più piani, creati da due schermi (uno al centro e uno sullo sfondo) che riportano in vita vecchi filmati di famiglia e altri video tratti da archivi istituzionali. I filmini in VHS collaborano al racconto di un’epoca e si stratificano con le foto ingiallite della famiglia proiettate in video. Tutto avviene in diretta grazie a due telecamere collegate in regia: la stessa Di Mitri si muove tra i ricordi che affiorano e ce li mostra ingigantendoli e mescolandoli al racconto audiovisivo della storia dell’acciaieria. E a noi, che assistiamo incantati a quel flusso di tempo antico e presente, tutto appare della stessa immaginaria e concretissima materia.
La tessitura audiovisiva, una vera e propria creazione cinematografica curata con sensibilità e precisione storica da Davide Crudetti, collabora a disegnare una complessa e imprendibile geografia che sembra paradossalmente prendere corpo a partire da fantasmi. Tracce, ricordi, impronte e movimenti si alternano in un’evanescente moltitudine emotiva che ci immerge in un’unica grande storia, moltiplicando la visione, l’ascolto, la riflessione.
In Vita Amore Morte e Rivoluzione il teatro intimo si fa politico e il documentario si fa narrazione. Non ci sono confini tra i generi, e non ci sono confini tra pratiche artistiche come il video, la scena, il racconto. Tanto che l’esperienza è quella di aver visto sfumare le frontiere tra il presente e il passato, tra la scena e la platea, tra l’io e il noi.
Menzione speciale e Premio del pubblico alla quattordicesima edizione del Premio Tuttoteatro.com alle Arti Sceniche Dante Cappelletti lo spettacolo è prodotto e distribuito da Cranpi.
(Tutte le informazioni qui: www.cranpi.com/vita-amore-morte-e-rivoluzione).
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