Era fuggito dal Veneto all’Austria, passando per il lago di Bracis, in Friuli Venezia-Giulia, Filippo Turetta dopo aver ucciso la fidanzata, Giulia Cecchettin, nel giorno in cui la ragazza doveva sostenere l’esame di laurea all’università di Padova: è stato arrestato. La fuga di Filippo Turetta è stata registrata dalle telecamere delle strade percorse alla guida della sua Grande Punto. Per una settimana intera la targa della vettura nera ha fatto il giro di social e televisioni, in un accorato appello globale a segnalare la presenza del mezzo a chiunque lo riconoscesse. Domenica scorsa i sistemi di controllo stradale hanno fotografato il passaggio della sua Grande Punto a Lienz e in Carinzia.
La fuga dell’autore di questo squilibrato è partita da Vigonovo, il paesino nei pressi di Padova, dove sabato scorso le telecamere di un’azienda hanno registrato l’aggressione contro Giulia, che prima aveva tentato di sottrarsi alla violenza di questo squilibrato, ma era stata caricata con violenza all’interno dell’auto. Per ricostruire il tragitto percorso da Turetta sono stati fondamentali i video delle telecamere del Piancavallo, in provincia di Pordenone, che hanno fotografato il veicolo nella notte tra sabato e domenica.
L’ingresso in territorio friulano è avvenuto dalla zona di confine con il Veneto, a Caneva. Pochi minuti dopo, il passaggio dell’utilitaria è stato registrato dai dispositivi di lettura targhe di Polcenigo. Turetta ha proseguito poi fino ad Aviano, per risalire agli oltre mille metri della stazione turistica del Piancavallo. Da lì, seguendo una strada secondaria come la direttrice tramite Montereale Valcellina, la più consigliata dai navigatori satellitari – l’auto è scesa a Barcis, percorrendo l’arteria lungo il lago e poi transitando lungo l’intera Valcellina, passando per Claut e Cimolais. C’è poi una registrazione in uscita dalle gallerie del Vajont, tra Erto e Casso e Longarone, in provincia di Belluno.
Questa è una zona caratterizzata da burroni profondi. Da quelle località è tornata in Veneto per proseguire nel Bellunese tanto da essere stata segnalata domenica mattina alle 9.07 tra Cortina e Dobbiaco, nella zona delle Dolomiti di Sesto. Lo stesso giorno il mezzo è stato segnalato in Austria in direzione della Carinzia.
Nella sua follia omicida, insomma, il Turetta ha tentato di ingannare gli investigatori sia per tentare di disorientarli, sia per tentare di crearsi un alibi da esibire dopo la cattura, nell’aberrante convinzione di… allontanare le prove a suo carico del feroce assassinio della povera Giulia.
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