L’addio a Giulia Cecchettin, avvenuto stamattina nel grande slargo antistante la basilica di Santa Giustina a Padova, assiepata da una enorme folla commossa (nella quale si sono ritrovati, rispettosamente e discretamente in silenzio, anche il ministro della Giustizia, Nordio, in rappresentanza del Governo, il presidente della Regione Lombardia, Zaia, le autorità religiose e gli officianti del rito funebre), è stato un evento di straordinaria carica emotiva, esaltata infine dalle parole del padre della giovane assassinata brutalmente dal fidanzato Filippo Turetta, che una settimana fa l’ha uccisa proprio nel giorno in cui Giulia avrebbe dovuto presentare all’Università di Padova la sua tesi di laurea, che era diventata paradossalmente per lui il simbolo di una autonomia, quasi di una sfida al suo presunto dominio e al suo altrettanto presunto diritto di veto e di possesso esclusivo.
“Cara Giulia – ha scritto il padre Gino al termine del funerale della ragazza nella Basilica di Padova – grazie per questi 22 anni vissuti insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anche io ti amo tanto, e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: voglio sperare insieme a te, mamma Elena, insieme a tutti i presenti, che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare, che produca il suo frutto di amore, perdono e di pace. Addio Giulia, amore mio”.
Il feretro ha lasciato la basilica, seguito dal papà e dagli altri due figli. All’uscita del feretro dalla chiesa la folla ha applaudito e ‘fatto rumore’ per la ragazza, come era stato chiesto dalla sorella Elena all’indomani del ritrovamento del corpo straziato con un’accetta dal fidanzato e gettato tra i rovi che costeggiano la strada.
La poesia che il papà di Giulia ha letto davanti alle persone riunite per dare l’ultimo saluto a Giulia, recita: “Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…”
“Il valore e il rispetto della vita vanno riaffermati con determinazione in ogni ambito, circostanza e dimensione, in questo momento in cui sono in corso i funerali di Giulia Cecchettin“: lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia delle Stelle al merito del lavoro al Quirinale.
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