di SERGIO TRASATTI/ Mentre divampa la polemica tra il fondatore Beppe Grillo e l’attuale leader del M5S Giuseppe Conte, l’assemblea degli iscritti pentastellati ha votato per modificare la regola dei due mandati ed eliminare il ruolo del garante. Questo l’esito del voto: sono passate con più del 50% dei suffragi tutte le opzioni di revisione della regola, tra cui appunto l’elevazione del limite a tre mandati e la deroga alla candidatura di sindaco e di presidente di Regione. Dalla costituente del M5S arriva anche il via libera all’eliminazione del ruolo del garante. Infine, il voto sancisce che le alleanze devono essere condizionate a un accordo programmatico preciso.
Le parole di Conte. Il presidente del M5S all’assemblea costituente di Roma ha detto: “Non mi sarei mai aspettato che il garante si mettesse di traverso ed entrasse a gamba tesa. Un garante che ci ha detto da subito e lo ha ripetuto con pec e video che ci sono alcune cose di cui potete discutere e altre no. Questo ha creato un cortocircuito. Non è mai stato uno scontro del garante contro il sottoscritto. Sul limite dei due mandati l’indicazione è chiara, ne terremo presente per formulare una proposta che voi voterete. Il segnale chiaro che ci avete dato è valorizzare le esperienze e le competenze, vi siete stancati di lottare ad armi impari con le altre forze politiche”.
L’esito del voto in percentuale. I “sì” all’eliminazione del ruolo del garante sono stati il 63%, i “no” il 29%. L’assemblea degli iscritti M5s inoltre con il 39% dei voti ha deciso che le funzioni del ruolo del garante dovranno essere affidate a un organo collegiale appositamente eletto e non affidate al Comitato di Garanzia. Da non sottovalutare, però, che il 37% dei grillini si è detto contrario. Mentre, a dire no al divieto di alleanze è stato l’81,2%. Una maggioranza schiacciante. Nel quesito sulla collocazione identitaria generale, vince, invece, l’opzione “progressisti indipendenti”, che raccoglie il 36,7 per cento dei consensi, seguita a ruota dalla definizione di “forza progressista” (22,09%), forza di sinistra (11,53%), nessun posizionamento (26,24%); 3,44% gli astenuti.
Beppe Grillo non si è presentato a “Nova”, l’evento conclusivo dell’assemblea pentastellata al Palazzo dei Congressi dell’Eur. Il fondatore si è limitato a lasciare un commento sulla giornata con una foto e un messaggio criptico sul suo account WhatsApp. Ovvero, il ritratto di una reliquia di San Francesco e la scritta: “Da francescani a gesuiti”. Secondo gli esperti, l’analogia è con la forza dirompente dei francescani, che Grillo identifica come il M5s delle origini; un Movimento a suo dire ormai abbandonato nella virata verso una Movimento gesuitico, e “quindi partito dell’establishment”.
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