MOSTRO DI FIRENZE/ Dall’indagine difensiva sul serial killer che insanguinò la Toscana con 8 duplici delitti, emergono nuovi elementi e testimonianze in merito al famigerato “rosso del Mugello”. Il consulente di parte Paolo Cochi: “Il quadro indiziario si arricchisce circa la presenza di un uomo sulla scena del crimine”

di SERGIO TRASATTI/ Nuove testimonianze nell’indagine difensiva sul Mostro di Firenze: il serial killer che insanguinò la Toscana uccidendo 16 persone (tutte coppiette appartate) tra il 1968 e il 1985. Sono state presentate dall’avvocato Alessio Tranfa e dal consulente di parte Paolo Cochi. Si tratta di nuovi elementi, fra cui vecchie e nuove testimonianze in merito all’avvistamento del famigerato “uomo del Mugello” (nella foto a destra: il suo identikit). La trasmissione di Rai 3 condotta da Salvo Sottile “Far West”, ha trasmesso uno speciale in quattro puntate dedicato alla vicenda, proprio in merito alle mancate indagini sul misterioso “uomo del Mugello”. Di seguito, le perizie presentate e gli indizi. Tanti elementi sui quali, però, la Procura, nonostante le richieste dei legali delle vittime, finora non ha provveduto ad alcun accertamento richiesto.

Le parole di Paolo Cochi e l’importante testimonianza. Secondo il documentarista, scrittore e consulente di parte Paolo Cochi, che ha svolto le ricerche insieme al suo staff, vi sarebbero ulteriori elementi di notevole interesse: “Il quadro indiziario si arricchisce di nuove testimonianze sulla presenza di un uomo sulla scena del crimine. Inoltre, é stata evidenziata alla Procura di Firenze la testimonianza contenuta in un articolo del 1994 pubblicato sulla rivista “VISTO” dal giornalista De Gennaro. Si tratta della confidenza fatta alla sorella da Susanna Cambi prima di morire e in cui la donna parla di un uomo, alto, robusto dai capelli rossicci che la seguiva nel pressi della stazione di Firenze. Questa circostanza è stata riportata anche dall’avvocato Vieri Adriani in un documento tratto dal suo sito on line.

La ricerca si arricchisce di elementi. Infatti, oltre a quelli già presentati, sembra proprio una costante la presenza di un soggetto con certe caratteristiche. Ma la Procura ha mai identificato quell’uomo che fin dal delitto di Vicchio venne visto seguire la coppia uccisa? La Procura, non si decide ad appurare, se come ipotizzato dalle indagini difensive, l’uomo sospettato era il soggetto di Scarperia già sfiorato dalle indagini e poi dimenticato. Nelle trasmissioni della Rai sono stati sentiti i parenti dell’uomo del Mugello circa la sua attività lavorativa in ambienti investigativi e giudiziari; ma anche il suo legame con il noto magistrato Piero Luigi Vigna. Senza dimenticare la testimone autostoppista che apprese la notizia della macabra lettera con il feticcio spedita al magistrato Silvia Della Monica, prima che la notizia uscisse sui giornali.

La richiesta di revisione del processo. Intanto, su un altro fronte, è stata presentata una richiesta di revisione alla Corte d’Appello di Genova dai legali del nipote di Mario Vanni, uno dei cosiddetti “compagni di merende”, morto nel 2009 a 81 anni. Paolo Cochi commenta: “La linea dei legali di Vanni, rispetto al nostro lavoro, è quella di una richiesta di revisione sulla condanna di Vanni. Operazione non ancora matura in base ai dati raccolti. Io proseguo nel seguire i familiari, gli avvocati si cambiano, i familiari no. Io vorrei giustizia per loro cercando il vero colpevole o i veri colpevoli, non revisionare processi vecchi di 30 anni. Presto, sempre la trasmissione di Rai 3 ‘Far West’ cercherà di far luce su una pista investigativa tanto osteggiata da continui dinieghi nel fornire gli atti di indagine da ben 4 anni”.

La precisazione di Paolo Cochi. Il consulente di parte prosegue dicendo: “Queste ulteriori testimonianze potrebbero sbloccare la Procura e fare chiarezza accertando i molti lati oscuri come: l’avvistamento nella piazzola di Scopeti il giorno dell’omicidio della coppia francese nel 1985, di due persone che operavano nella piazzola antistante. Si tratta ancora di un uomo robusto alto, castano rossiccio che si aggirava nei pressi del luogo del delitto. All’inizio fu indagato tale Rodolfo Fiesoli che poi risultò estraneo all’avvistamento. Sempre la stessa tipologia di persona fu vista l’anno prima a Vicchio mentre seguiva i ragazzi uccisi e nel bar dove lavorava la vittima femminile”. Insomma, la pista dell’uomo rosso del Mugello si rafforza sempre di più (nella foto a sinistra e in home page: l’auto e la tenda dei due turisti francesi uccisi nel 1985).

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