di MARCO VALERIO/ Si discute molto di clima e cambiamenti climatici. Tante Nazioni e tanti capi di governo stanno cercando le misure più opportune per far fronte a questa autentica emergenza del terzo millennio. Nel frattempo, però, continuiamo a registrare notizie sempre più preoccupanti. L’ultimo allarme arriva da una ricerca della “London School of Hygiene & Tropical Medicine”, pubblicata su “Nature Medicine”.
Il contenuto della ricerca. In pratica, viene stimato che i cambiamenti climatici entro il 2099 potrebbero provocare direttamente più di 2,3 milioni di decessi aggiuntivi, legati alle temperature alte, in ben 854 città europee. Questo ovviamente se non dovessero essere intraprese azioni urgenti per ridurre le emissioni di carbonio e non solo.
Il rapporto nel dettaglio. Si apprende inoltre che fino al 70% di queste morti si potrebbe evitare solo in caso di un’azione rapida. Tra le città europee più a rischio ci sono anche le italiane Roma e Napoli. In tal senso, in base ai dati emersi dallo studio, è stata stilata proprio una classifica delle dieci città europee che vedranno il più alto numero di decessi legati al caldo entro la fine del XXI secolo.
La classifica delle città più a rischio e le cifre dei morti aggiuntivi. Barcellona (Spagna), 246.082; Roma (Italia), 147.738; Napoli (Italia), 147.248; Madrid (Spagna), 129.716; Milano (Italia), 110.131; Atene (Grecia), 87.523; Valencia (Spagna), 67.519; Marsiglia (Francia), 51.306; Bucarest (Romania), 47.468; Genova (Italia), 36.338.
Il commento dell’autore di questa ricerca della “London School of Hygiene & Tropical Medicine”. Pierre Masselot ha dichiarato: “I nostri risultati sottolineano l’urgente necessità di perseguire aggressivamente sia la mitigazione del cambiamento climatico, che l’adattamento al calore crescente. Questo è particolarmente critico nella regione mediterranea dove, se non si agisce, le conseguenze potrebbero essere disastrose. Ma, seguendo un percorso più sostenibile, potremmo evitare milioni di decessi prima della fine del secolo”. E’ evidente che le misure prese fino a oggi sono insufficienti e serve ben altro e occorre fare presto.
Commenta per primo