Fallito all’alba il colpo di Stato in Turchia tentato da ieri sera da alcuni settori dell’esercito per spodestare il presidente Erdogan. Il quale, dopo alcuni tentativi di trovare riparo fuori dal paese, ha ripreso il controllo della situazione e annuncia dure rappresaglie.
Il bilancio provvisorio degli eventi che hanno tenuto in fibrillazione l’Europa per tutta la notte è di 60 morti tra Istanbul e la capitale Ankara, conseguenza degli scontri tra promotori della rivolta e settori della popolazioni fedeli ad Erdogan. Ora è in corso la restaurazione con 750 arresti.
La cronaca. Alcuni settori militari hanno annunciato ieri sera di aver preso il potere, anche se contrastati da importanti settori della popolazione, tra cui gli esponenti islamici. Si è subito diffusa la voce che Erdogan, che si trovava in vacanza a Smirne, aveva chiesto asilo in Germania, ma gli sarebbe stato rifiutato e allora il suo aereo avrebbe puntato prima verso l’aeroporto romano di Ciampino, e poi avrebbe fatto rotta verso Londra, infine verso il Qatar. Ma, come poi si è visto, il presidente è atterrato a Istanbul quando i suoi fedelissimi, appoggiati da gran parte della popolazione, hanno ripreso il sopravvento sui militari ribelli.
Ad annunciare il colpo di stato è stato lo Stato maggiore dell’esercito turco che dice di puntare a “ristabilire l’ordine democratico e la libertà”. Lo stesso esercito turco ha chiuso l’accesso a due ponti sul Bosforo a Istanbul. Colpi di arma da fuoco sono stati sentiti ad Ankara, mentre elicotteri militari sorvolavano la capitale turca. I militari hanno fatto irruzione nella sede della tv statale. Le trasmissioni sono state interrotte ed è stato bloccato l’accesso ai social network. Bloccato anche l’aeroporto di Istanbul, cancellati tutti i voli.
L’esercito turco ha chiesto alla popolazione di tornare nelle proprio case. Nel quartier generale dell’esercito sarebbe stato preso in ostaggio dai militari golpisti il capo di Stato maggiore. I militari autori del colpo di Stato hanno dichiarato che tutte le relazioni estere turche esistenti saranno mantenute e che lo stato di diritto rimarrà una priorità. Questo il senso di una comunicazione che i militari avevano inviato ai media turchi via email.
Alcuni minuti prima, però, il premier Binali Yildirim aveva assicurato che il presidente Recep Tayyp Erdogan è al sicuro e aveva denunciato: “E’ un attacco alla democrazia turca. Un gruppo all’interno delle forze armate ha tentato di rovesciare un governo eletto democraticamente. Faremo tutto il possibile perché prevalga la democrazia. Il colpo di stato non riuscirà e i responsabili saranno puniti, pagheranno il prezzo più alto. Le nostre forze useranno la forza contro la forza”.
Poi nella notte si sono fronteggiati sostenitori dei militari ribelli e sostenitori di Erdogan ostili al golpe. Alla fine questi ultimi hanno avuto la meglio. E sono iniziate le azioni punitive contro i militari che si sono ribellati.
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