Urbano Cairo (foto) stravince la battaglia con Andrea Bonomi e soci su Rcs raggiungendo quasi la maggioranza assoluta del Corriere della Sera. All’ultimo giorno delle offerte partite a metà giugno Cairo Communication ha raccolto il 48,8% del capitale Rizzoli. International Media Holding ha ricevuto invece un 13% del capitale in adesione, che con il 24,7% già posseduto porta i soci dell’Opa al 37,7%. Accanto a Bonomi si erano schierati Mediobanca, Diego Della Valle, Pirelli, Unipol. Il dato ha sorpreso soprattutto alla luce del quadro alla vigilia che vedeva la cordata Bonomi in vantaggio con il 30,36%, contro il 22% consegnato all’offerta di scambio. Non ha apportato i titoli né all’Opa e né all’Ops il 13,5% dell’azionariato Rcs.
“Abbiamo vinto questa partita, ma la vera vittoria non è questa, è quella da fare in azienda – ha commentato a caldo Cairo -. Un grande lavoro di sviluppo, efficienza, di valorizzazione delle risorse”. E’ una vittoria netta? gli è stato chiesto: “Io guardo i numeri, sono 48,8% di adesioni contro il 37,7% – ha risposto -. Mi sembra che sia una bella differenza, di questo sono contento”.
“Prendiamo atto dei risultati dell’offerta. Facciamo le nostre congratulazioni a Cairo e auguriamo un prospero futuro a RCS. Si è trattata di un’operazione di mercato che, grazie al nostro interesse, ha consentito di far realizzare valori più adeguati a favore di tutti gli azionisti della società”. Lo si legge in una nota di Imh, la holding della cordata di Andrea Bonomi.
I dati definitivi sulle adesioni sono attesi ora entro giovedì 21 luglio, ma solitamente le cifre non si discostano molto e con un divario così netto non dovrebbero cambiare il responso. Entro questo lunedì alle 7:59 invece i due offerenti dovrebbero dichiararsi sul raggiungimento o la rinuncia alle condizioni sul quantitativo minimo di efficacia dell’operazione. Era stato fissato al 66,7% per l’Opa e al 50% più un’azione per Cairo. Entrambi avevano poi detto di potersi accontentare di quote inferiori e pari al 30% nel caso di Bonomi e al 35% nel caso di Cairo, entrambi però a fronte del controllo della società (inteso come capacità di determinare la maggioranza in assemblea e nominare il consiglio di amministrazione). Non è ora chiaro quale sarà il posizionamento dei cinque soci dell’Opa, se cioè sceglieranno di dichiarare comunque valida l’offerta rinunciando alle condizioni minime sul controllo (tra le condizioni a cui rinunciare c’è anche la clausola sul debito del cambio di controllo).
A caldo non risulta esserci già un orientamento di Imh, che dovrà riunirsi per valutare il da farsi. Mentre non è ancora chiaro neppure se anche Consob dovrà esprimersi sulla effettiva possibilità di dichiarare, volendo farlo, comunque valida l’offerta. L’avveramento o la rinuncia alle condizioni di efficacia andranno comunicate entro le 7:59 di giovedì 21, assieme ai dati definitivi. Con il 24,7% del capitale Imh resterebbe coazionista di Cairo con una rappresentanza presumibile in Cda. Con un 37,7% avrebbe una quota in grado di essere decisiva nel caso di assemblee straordinarie (la cosiddetta minoranza di blocco). Non ci sono invece dubbi sul fatto che l’operazione di Cairo sia prevalente. A questo punto nelle giornate di Borsa aperte tra il 22 e il 28 luglio si aprirà una finestra per quanti hanno aderito all’Opa, che potranno migrare sull’Ops. (Ansa)
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