Il bavaglio renziano ai tg Rai passa con 6 consiglieri a 3. I membri Pd Fornaro e Gotor si dimettono dalla Vigilanza

Tg Rai nomineL’operazione di omologazione renziana dei telegiornali Rai si è compiuta nel consiglio di amministrazione dell’ente con il voto favorevole di 6 membri e 3 contrari alla proposta presentata dall’amministratore delegato e direttore generale Campo dall’Orto: Ida Colucci al Tg2 al posto di Marcello Masi, Luca Mazzà al posto di  Bianca Berlinguer al Tg3, Andrea Montanari al Gr-Radio1 e Nicoletta Manzione a Rai Parlamento. Restano in sella Mario Orfeo al Tg1 e Vincenzo Morgante alla TgR. (Nella foto combo Ansa gli avvicendamenti ai vertici di Tg3 e Tg2)

Hanno votato contro queste nomine Arturo Diaconale, Giancarlo Mazzuca e Carlo Freccero.

I senatori del Pd Miguel Gotor e Federico Fornaro si sono dimessi dalla commissione di Vigilanza Rai. Le nomine Rai “sono state fatte in modo non trasparente – dicono – penalizzando competenze e professionalità interne, come ad esempio nel caso di una giornalista autorevole quale Bianca Berlinguer, senza che emergano un profilo e una visione di un moderno servizio pubblico”. “Il Pd – aggiungono – non è nato per riprodurre i vizi del passato, ma per cambiare l’Italia e, convinti che un altro Pd sia possibile, ci dissociamo da uno stile e da un costume politico che non ci appartiene”.

L’ex direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer condurrà uno spazio pomeridiano di approfondimento su Rai3 alle 18.30 dal lunedì al venerdì, poi da febbraio anche una doppia seconda serata settimanale. Questo – secondo quanto si apprende – l’accordo trovato tra la giornalista e i vertici di Viale Mazzini. L’ex direttore del Tg2 Marcello Masi dovrebbe invece entrare, come vice, nella squadra del direttore per l’Offerta informativa Carlo Verdelli.

Per capire il senso dell’operazione basta ricordare che Luca Mazzà (che prenderà il posto della Berlinguer al Tg3) si era dimesso da supervisore della rete su Ballarò per protesta contro la linea a suo dire “troppo anti-Renzi” della trasmissione condotta da Massimo Giannini, mentre è stato confermato al Tg1 Mario Orfeo come premio per aver di fatto oscurato finora le ragioni del NO al referendum sulla riforma della Costituzione dando voce quasi esclusivamente ai sostenitori del SI.

 

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