Nave svedese porta a Catania 497 migranti (e una donna morta). Renzi si appella alle Regioni. Zaia: “I prefetti si ribellino”

Nel porto di Catania è attraccato stamattina il pattugliatore d’altura svedese “Poseidon” con a bordo 497 migranti raccolti in mare in tre distinte operazioni nel Mediterraneo. Sulla nave anche il cadavere di una donna, morta in circostanze ancora da chiarire. Insomma anche le navi di altri paesi fanno opera di soccorso, ma poi scaricano in Italia le persone raccattate dagli scafisti.

E il governo che fa? Che dice? Renzi soprattutto dice. E tira fuori questa nuova formuletta: “Sul tema dell’accoglienza ci vogliono soluzioni che rispondano a requisiti etici e criteri di ragionevolezza. I richiedenti asilo si accolgono, i migranti economici vengano rimpatriati”. Non spiega come si fa a distinguere tra le due categorie, visto che l’Italia è accusata dal premier inglese Cameron di non saper identificare coloro che arrivano; e comunque c’è da chiedersi: perché i richiedenti asilo devono essere trattati meglio che i disperati che rischiano la vita per fame? Ma, soprattutto, come si esce da questa situazione, al di là delle formule caritatevoli della presidente della Camera e del pontefice?

C’è poi chi sceglie l’atteggiamento più drastico: “I prefetti devono ribellarsi, rispettare le istanze dei territori, rappresentare, nel mio caso, i veneti fino in fondo e non rispondere più al telefono al governo”. Questa la tesi del  governatore del Veneto, Luca Zaia. Il quale, arrivando a Palazzo Chigi per l’incontro Regioni-governo-Anci sull’immigrazione, ha affermato: “Sull’immigrazione paghiamo l’incapacità di un governo che non si è accorto che nel 2012 aveva 13mila immigrati, 43mila nel 2013, 170mila nel 2014 e oggi 200mila. Il governo si è occupato troppo tardi del problema”.

Commenta per primo

Lascia un commento