Il governo ha varato il decreto per la ricostruzione nelle zone terremotate, che Renzi in persona è andato a comunicare agli abitanti di Amatrice, Accumoli e Arquata, accompagnato dal capo della Protezione civile e dal commissario per la ricostruzione. Saranno stanziati subito 300 milioni per l’emergenza, mentre 4 miliardi e mezzo saranno stanziati (questa la promessa) per la messa in sicurezza degli edifici pubblici (1miliardo) e privati (3 miliardi e mezzo), come ha precisato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti. I fondi, ha spiegato, sono già previsti “nella legge di bilancio che approveremo sabato”. Dei 300 milioni per l’emergenza, al netto dei 50 già stanziati, un centinaio serviranno per bloccare il pagamento di tasse e imposte. I contributi diretti che arriveranno dalla Commissione Ue, ha poi aggiunto, “saranno limitati a circa il 6% della spesa complessiva”.
Il decreto legge fissa in 53 articoli i capisaldi di tutti gli interventi necessari alla ricostruzione e al sostegno alla ripresa economica delle zone colpite dal terremoto. La struttura articolata e dettagliata del provvedimento – si legge nel comunicato finale diffuso da Palazzo Chigi – ne fa una sorta di vademecum. Tra le misure previste: risarcimento integrale per le case e gli edifici colpiti (anche le seconde case), prestito d’onore per il riavvio delle attività produttive, cassa integrazione in deroga per i lavoratori di imprese coinvolte, possibilità di rinvio di imposte e tasse. Per garantire trasparenza ci sarà la supervisione Autorità anti corruzione.
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