di MARCO VALERIO/Andrea Dovizioso risponde presente. All’appello mancava lui, e in una Sepang inzuppata di acqua il forlivese non si è fatto cogliere impreparato: nono vincitore diverso della stagione, fine di un digiuno risalente a Donington 2009 (in condizioni simili), gran colpo per la Ducati e, soprattutto, riscatto del Dovi. Il forlivese se lo meritava: dopo aver baciato tanti protagonisti e outsider, la dea vittoria che sembrava volerlo sempre trascurare ha abbracciato lui. Un urlo di gioia liberatorio per il serio pilota trattenuto in Ducati e una significativa conferma per la casa di Borgo Panigale in una gara difficilissima in cui Dovizioso ha confermato lucidità, tattica e grande controllo sul bagnato. Dalle ondate della Malesia emerge lui, che vince davanti a Rossi e Lorenzo, che salgono in coppia sul podio, ma vedono ancora il successo Yamaha rimandato. A Iwata la vittoria manca da 10 GP, un’eternità.
Condizioni della pista proibitive. Gara difficilissima, con un’acquazzone prima del via che inzuppa la pista riservando le conseguenti incognite di assetto e scelta di gomme. Variabili acuite da un asfalto nuovo, di grande aderenza, ma con le denunciate enormi difficoltà di asciugarsi tempestivamente. E il warm up asciutto, con Vinales davanti a Iannone e Marquez e con Rossi solo 16°, non aveva certo aiutato i piloti. Contesa palpitante in avvio e tre italiani a duellare in testa per buona parte di gara, con Rossi nel sandwich delle Ducati e ingabbiato in un duello fierissimo con un redivivo Iannone, mai visto così in palla sul bagnato. La sfida finale ha riguardato solo Vale e Dovizioso dopo che avevano assaggiato l’asfalto, nell’ordine, Crutchlow, Marquez (alla fine 11°) e uno Iannone ammirevole per temperamento e grinta, ma tradito a sua volta. Il guizzo finale premia il forlivese, con le Yamaha dietro e Barbera ottimo 4° davanti a Baz, altro specialista del bagnato, Vinales e l’Aprilia di Bautista, 7°. Indietro Petrucci, 10°, che sull’acqua in passato ha fornito prestazioni migliori.
Uno start sofferto. Partenza rimandata varie volte per i forti scrosci e la tanta acqua in pista e distanza accorciata di un giro. Lo scatto al via è di Lorenzo, poi passa Marquez, ma la leadership al 1° giro è di Rossi che ne passa anche due in un colpo solo (e si tratta di Jorge e Marc, non due qualsiasi ), e si invola con le Ducati in scia. Iannone al 2° giro rompe gli indugi e va al comando. Nelle prime tre posizioni ci sono tre italiani, Iannone-Rossi-Dovizioso, mentre risale Crutchlow. La lotta Rossi-Iannone entusiasma, con la Ducati che sguscia in rettilineo e Vale che replica in staccata. A metà gara al terzetto tricolore si accodano le Honda di Marquez e Crutchlow, mentre Lorenzo scivola indietro, fuori dai giochi. A 9 giri dalla fine altro sorpasso di Rossi per la leadership mentre Crutchlow e Marquez si eliminano a pochi secondi di distanza per altrettante scivolate. Esito identico a quello di Iannone, che un giro dopo compromette la sua gara di grande audacia. A 5 giri dalla fine un lungo di Rossi alla prima curva spiana la strada a Dovizioso. Ma non è un regalo: il ritmo del forlivese è impressionante, Vale perde terreno in modo massiccio e può solo difendere il 2° posto, che gli vale anche quello nel mondiale, contro Lorenzo, 3° e in ripresa sul bagnato. Ovazione per Dovizioso: mai pioggia per lui è stata più dolce.
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