Il Papa, dopo aver pregato in silenzio, ha tirato le ante e ha chiuso i battenti della Porta santa di San Pietro, l’ultima ad essere chiusa per il Giubileo della misericordia. Il rito si è svolto nell’atrio della basilica di San Pietro, dove il Papa è entrato in processione, con gli abiti liturgici, mentre veniva intonato l’inno del giubileo, “Misericordes sicut Pater“.
“Tanti pellegrini – ha osservato il Papa nella messa conclusiva del Giubileo, in piazza San Pietro, davanti a decine di migliaia di persone – hanno varcato le Porte sante e fuori del fragore delle cronache hanno gustato la grande bontà del Signore. Ringraziamo per questo – ha esortato – e ricordiamoci che siamo stati investiti di misericordia per rivestirci di sentimenti di misericordia, per diventare noi pure strumenti di misericordia. E proseguiamo questo nostro cammino, insieme”.
“Quante volte invece, anche tra noi, si sono ricercate le appaganti sicurezze offerte dal mondo. Quante volte siamo stati tentati di scendere dalla croce: la forza di attrazione del potere e del successo è sembrata una via facile e rapida per diffondere il Vangelo, dimenticando in fretta come opera il regno di Dio. Quest’Anno della misericordia ci ha invitato a riscoprire il centro, a ritornare all’essenziale”, ha detto il Papa.
La delegazione ufficiale dell’Italia era guidata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Oltre a quella italiana erano presenti alla cerimonia 10 delegazioni di altri paesi: quella della Repubblica Centrafricana, guidata dal presidente Faustin Archange Touadéra; quella di Mauritius, con il primo ministro Xavier-Luc Duval; quella dell’Albania, con il ministro della gioventù Blendi Klosi; quella del Belgio, con il ministro del commercio estero Pieter De Crem; quella della Spagna, col ministro della giustizia Rafael Catalá Polo; quella del Brasile, con il presidente della camera dei deputati, Rodrigo Maia; quella del Messico, con il capo ufficio del governo, Erasto Martínez Rojas; quella del Venezuela, con la consulente del presidente della Repubblica, María del Pilar Hernández; quelle della Malaysia e della Siria, guidate dagli ambasciatori presso la Santa Sede, Bernard Giluk Dompok e Santa Sede, Bernard Giluk Dompok e Hussam Edin A’ala.
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