di ENNIO SIMEONE – Convinto sostenitore della necessità di rispondere con un No al quesito referendario di domenica prossima, ho sempre ribadito, nelle mie conversazioni con i sostenitori del Sì, che non esiste il paventato pericolo di una involuzione autoritaria nella riforma dei 47 articoli della Costituzione. Ma devo confessare che in questi ultimi giorni di campagna elettorale mi sono ricreduto.
La vera e propria occupazione, senza precedenti nella storia del nostro paese, di tutti i canali televisivi e radiofonici, dei giornali, dei siti web, e persino dei cellulari e degli smartphone (tempestati da insistenti sms) e delle cassette postali dei cittadini da parte del segretario Pd e capo del governo Matteo Renzi – tanto da far apparire Berlusconi come un pivellino alle prime armi – è un segnale inquietante, allarmante, e purtroppo abbastanza chiaro, di ciò che potrebbe accadere se costui vincesse la competizione referendaria. Da questa intollerabile dittatura sull’informazione alla dittatura sull’intero paese il passo è breve: è già pronta anche la legge elettorale ad hoc. Che, contrariamente a quanto promesso alla vigilia del voto, non verrebbe più modificata (se non interverrà la Corte Costituzionale a bloccarla). E per “l’uomo solo al telecomando” sarà automatico diventare l’uomo solo al comando. Solo un NO al referendum può fermarlo.
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