“Invecchiare in salute e cronicità”: su questo tema e sull’invecchiamento della popolazione si è svolto ieri un convegno a Bologna Fiera, per iniziativa di Motore Sanità. Risulta che circa il 70-80% delle risorse sanitarie a livello mondiale sia oggi speso per la gestione delle malattie croniche. Il dato diviene ancora più preoccupante alla luce delle più recenti proiezioni epidemiologiche, secondo cui nel 2020 esse rappresenteranno l’80% di tutte le patologie nel mondo. Entro il 2060 si prevede che il numero di Europei con età superiore a 65 anni aumenti da 88 a 152 milioni, con una popolazione anziana doppia di quella sotto i 15 anni. L’aspettativa di vita alla nascita risulta maggiore nei Paesi con PIL maggiore. Spagna, Italia e Francia si attestano ai primi posti per longevità. L’Europa rispecchia la maggior vita media delle donne (82,22 anni) in confronto di quella maschile (76,11 anni).
In un futuro ormai prossimo, nel 2032, secondo le proiezioni ISTAT, la quota di anziani over 65 sul totale della popolazione dovrebbe raggiungere il 27,6%, con circa 17.600.000 anziani in valore assoluto. I dati indicano quindi come all’avanzare dell’età le malattie croniche diventino la principale causa di morbilità, disabilità e mortalità, e gran parte delle cure e dell’assistenza si concentra negli ultimi anni di vita. Invecchiamento, cronicità e disabilità, che spesso si associano a più complessive situazioni di esclusione sociale, comportano la definizione di un nuovo modello di risposta alla domanda di assistenza, che renda il sistema più prossimo ai cittadini e ai loro bisogni. Questi fattori impongono, pertanto, la definizione di strategie di assistenza coordinate ed integrate con azioni e prestazioni di natura socio-assistenziale.
Chiara Gallocchio
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