L’Eta – acronimodi Euzkadi Ta Azkatasuna (Terra Basca e Libertà), gruppo clandestino basco sorto nel 1958 per la conquista dell’indipendenza delle Province Basche – ha consegnato alla polizia francese una lista con 12 nascondigli nel sudovest della Francia in cui si trovano i propri depositi di armi. L’iniziativa conferma l’annuncio di ieri in questo senso e segna la resa definitiva dell’ex gruppo armato basco.
“La democrazia ha vinto, il terrore ha perso” aveva titolato El Pais. L’ex-gruppo armato basco – che ha rinunciato alla violenza già nel 2011 – in un comunicato questa notte ha annunciato di avere già affidato i suoi depositi di armi al gruppo di ‘intermediari’ baschi francesi che domani come previsto li consegneranno alle autorità di Parigi a margine di una grande manifestazione a Bayonne, al confine con la Spagna. “Ora siamo una organizzazione disarmata” ha scritto Eta. Un annuncio pure ‘storico’ che pone fine per la Spagna e per il Paese Basco a oltre 40 anni di incubo e di violenza, costati oltre 800 morti.
Il disarmo di Eta – che per la polizia spagnola conta ormai una decine di membri ancora a piede libero, nella clandestinità in Francia – segna la sconfitta definitiva di un movimento nato sotto la dittatura franchista per esigere l’indipendenza basca. Ora manca solo l’annuncio formale della dissoluzione, che esigono Madrid e Parigi. Spagna e Franca si sono rifiutate di negoziare con gli ‘etarra’ la consegna delle armi, che alla fine sarà “unilaterale”. “L’Eta non otterrà nulla in cambio” ha chiarito oggi il portavoce del governo spagnolo Inigo Mendez de Vigo. Il gruppo basco spera però che dopo la consegna delle armi Madrid accetti di porre fine alla dispersione in tutto il paese dei suoi 265 detenuti (altri 75 sono in carcere in Francia) per avvicinarli alle famiglie nel Paese Basco. Ma “non otterrà alcun beneficio politico” ha avvertito Mendez de Vigo: l’Eta “deve chiedere perdono e aiutare a chiarire i crimini ancora non risolti”.
La Audiencia Nacional di Madrid ha chiesto alle autorità francesi di esaminare le armi consegnate dall’Eta. Secondo Le Monde, sarebbero diverse centinaia, fra fucili, armi automatiche, pistole, oltre a esplosivi. Molte sarebbero in cattivo stato dopo essere rimaste per anni sepolte in nascondigli sotterranei. Le autorità spagnole sperano che permettano di fare chiarezza su parte dei 300 assassinii attribuiti all’Eta ancora irrisolti. Fra gli ‘etarra’ in prigione partirà ora un dibattito interno su cosa fare dell’Eta: cercare di trasformarla in movimento politico (una opzione che gli stessi indipendentisti respingono esigendo di mettere una pietra sugli anni di piombo), o lo scioglimento definitivo, l’ipotesi più probabile.
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